Putin come Salvini e Pillon: «Vogliamo genitore 1 e 2 al posto di mamma e papà?»


Chissà se Vladimir Putin si è fatto scrivere il suo discorso da Simone Pillon o se ha semplicemente attinto dalle peggior propaganda delle destre populiste europee. Fatto sta che è nel corso di un discorso alla nazione che Putin ha puntato sull'omofobia per annunciare la fantomatica annessione alla Russia di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia.
Il presidente russo ha attaccato la NATO e gli Stati Uniti d’America, accusandoli di «sputare» sul «diritto naturale di miliardi di persone» perché lui ritiene promuovano «una negazione radicale delle norme morali, della religione e della famiglia».
Ed è così che ha chiesto a «tutti i cittadini della Russia» se «vogliamo avere, qui, nel nostro Paese, in Russia, il genitore numero uno, il numero due, il numero tre, invece di mamma e papà? Sono impazziti là fuori? Vogliamo davvero che le perversioni che portano al degrado e all’estinzione siano imposte ai bambini delle nostre scuole fin dalle elementari? Per essere inculcato loro che ci sono vari generi presunti, oltre all’essere donne e uomini, offrendo loro operazioni per il di cambio di sesso? Vogliamo tutto questo per il nostro Paese e per i nostri figli? Per noi tutto questo è inaccettabile, abbiamo un futuro diverso, il nostro futuro».

Insomma, pare quasi abbia scorso il profilo di Pillon e abbai citato tutti i suoi peggiori slogan, giurando la veridicità delle menzogne propagandistiche create dalla destra. Ad esempio, sono ormai anni che Salvini urla istericamente contro un fantomatico «genitore 1 e 2» sulla base degli slogan coniato dall'organizzazione forzanovista di Jacopo Coghe. Oeccato che quella dicitura non sia mai stata usata ed è solo una leggenda metropolitana che le destre amano ripetere comizio dopo comizio, anche se la verità è che nella sezione “Genitori” della “carta d’identità elettronica” (Cie) si leggeva semplicemente «cognome e nome dei genitori o di chi ne fa le veci». Tutto qui.
Resta comunque grave osservare come la propaganda leghista sia pressoché identica a quella putiniana.
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