Adinolfi continua ad elogiare il Quatar e a sognare le loro leggi liberticide


Sarà che Mario Adinolfi sarebbe disposto a dire qualunque cosa pur di far parlare di sé, ma appare sinceramente squallido il suo dire che lui, già negazionista della pandemia, nega pure l'oggettività del suo essere omofobo e amico dei fascisti. Ed è patetico dica di vere "insulti" nella verità dopo aver sostenuto che i reati penali dettai dall'odio dovessero essere ritenuti una fantomatica "libertà di opinione".
Il tema è il suo elargire lodi al Qatar, felice di come lì le donne non abbiano diritti, i gay vengono arrestati e stuprati, la pornografia è vittata, l'alcol è negato dalla sharia e regna una dittatura non dissimile da quella che lui vorrebbe imporre in Italia.



E così si inventa che è bello che la polizia di ala caccia ai gay e che li porti in carcere perché lui vedrebbe "ostentazione della sessualità" in chi non viene costretto a nascondersi. Poi, però, lui ostenta la sua passione per le donne e persino la sua propensione per il sesso bareback, arrivando a dichiarare pubblicamente di non aver mai usato un solo profilattico in tutta la sua vita. ma dato che lui è etero e non è uno di quei gay che a lui fa piacere vengano perseguitati, evidentemente per lui il discorso non vale.
Dica anche di vedere "tradizioni" e "religiosità" nella sistematica violazione die diritti umani, delirando di fantomatiche "lobby" e "diktat occidentali" ad ode ed elogio di chi ha la sharia. Insulta migliaia di uomini e donne dicendo che chi ha un profilo su OnlyFans sarebbe una prostituta (al femminile, perché lui non parla mai contro i maschi) prima di negare di essere un fan della "cultura islamica dopo" averla elogiata per i suoi risvolti più osceni.
Dice anche che lui non ritiene possano esistere genitori gay, ma ritiene che Gandolfini sia genitore anche se lui i figli li ha adottati. Quindi è evidente che lui irrida la "natura" e usi parole a caso per negare che satana sarà molto orgoglioso delle su opere in quanto mosse unicamente dall'odio.
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