Adinolfi elogia il professore che ha umiliato uno studente trans in classe


Mario Adinolfi appare davvero inqualificabile nel suo elogiare i professori che esercitano violenza contro gli studenti trans, chiarendo in modo alquanto lampante perché lui fosse contrario a punire chi si macchia del crimine di istigazione alla discriminazione.
Ed è altresì curioso si dica certo che chi ha votato la Meloni lo avrebbe fatto per chiedere l'istituzionalizzazione dell'omofobia e una sistematica persecuzione delle persone trans, sostenendo che la meloni si "opporrebbe" ad una imprecisata "ideologia gender" che la stessa signora ha tranquillamente dichiarato di non sapere che cosa sia. E d'altronde sarebbe stato difficile dare una definizione ad una bufala ideologica creata dalla destra evangelica statunitense per mano di un prete indagato per molestie sessuali al fine di "giustificare" l'odio omofobico.

Nel caso specifico, Adinolfi se la prende con uno studente trans del liceo Cavour che aveva chiesto ed ottenuto una "carriera alias", ossia il diritto di usare il suo nome d'elezione e non quello di battesimo. A detta sua andrebbe elogiato il professore che si è rifiutato di accettare il suo compito in classe e che, davanti a dei potenziali bulli che ora si sentiranno legittimati a delinquere, avrebbe ripetutamente sbarrato il nome con cui lo studente si era firmato, continuando a ripetere il suo nome anagrafico al fine di umiliarlo davanti ai compagni mentre gli urlava: «Io di fronte ho una donna, non un uomo».
Tanta violenza pare procurare citazione in un Adinolfi che pare non aver imparato dalle sue responsabilità nella morte di Cloé Bianco, spinta al suicidio anche dalle ripetute offese che lui le vomitò contro in diretta televisiva mentre chiedeva il suo licenziamento.

Adinolfi contesta anche che si possa parlare di "discriminazione," sostenendo che il politico leghista avrebbe il dovere di incitare ogni forma di odio e elogiare chi fa violenza sui minorenni per imporre la propria ideologia:



E se lo scopo di Adinolfi è quello di istigare i suoi proseliti alla discriminazione e corromperli grazie alla menzogna, pare riuscirci bene. Infatti i suoi proseliti se ne escono con la conclamata bufala che il loro dispensatore di omofobia si inventò contro l'Unar:



Quel caso finì davanti ai giudici e i magistrati osservarono che era si trattava di una bufala diffamatoria creta dalla propaganda omofoba. Il fatto che quella gente usi bugie e calunnie per elogiare chi commette violenza privata contro dei minorenni pare dirla lunga sul loro degrado etico e morale. Ma forse non dobbiamo dimenticarci che Adinolfi è quello che vuole finanziare i militari russi impegnati in stupri minorili e che diceva che i no-vax dovessero potersene andare in giro a far ammalare gli altri...

Aizzati dal loro leader, i seguaci di Adinolfi si spingono sino a sostenere che la mancata discriminazione delle persone trans andrebbe intesa come una forma di «totalitarismo» nei confronti di quel loro partito che vorrebbe cancellare il diritto di scelta alle donne, imporre sadiche torture ai malati terminali e vuole imporre regole sulla sessualità altrui. Partendo dal loro lame tarsi che la Meloni non sarebbe omofoba tanto quanto il loro leader dalle molteplici mogli, scrivono:



Insomma, loro trovano assurdo che un omofobo non possa praticare violenze sui minori. E chissà se vorranno sostenere che sarebbe "totalitarismo" anche quell'obbligo che vietava al prete pedofilo pizzicato al congresso di Adinolfi di poter stuprare minorenni sin dentro il confessionale.
Ne deriva che loro vorrebbero un divieto all'amore, un lasciapassare alla violenza sui bambini e un pubblico elogio di chi chi si mostra incapace di avere rispetto verso gli altri.
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