La politica da stadio delle destre. Salvini dice di aver «umiliato» deridendo chi difende i diritti umani


Matteo Salvini è fondamentale un bullo che fatto carriera intonando cori razzisti mentre trangugiava carne cruda alle sagre della porchetta. D'altronde è noto che abbandonò gli studi per frequentare i centri sociali di Milano, divertendosi ad augurare la morte ai meridionali mentre andava per moschee a cercare voti.
Certo è che non pare normale che un politico dica di voler «umiliare» chi crede nei diritti umani, vantandosi di come la destra stia ignorando i veri problemi degli italiani per parlare solo ed unicamente di come lui voglia abbandonare in mare chi sta ancor peggio di noi:



E così Salvini sostiene che la sua violazione dei diritti umani sarebbe un dispetto a Saviano, perpetrato attraverso violenze su esseri umani che lui ritiene sacrificabili sull'altare del suo profitto, tra un bacio al rosario e una palpata alle tette delle cubiste del Papeete.
Eppure non pare difficile ritenere che Salvini umili principalmente sé stesso, rendendosi disponibile ad essere ricordato come un uomo che campava sul razzismo e sull'esaltazione dell'egoismo. Ed è grave che il quotidiano dell'ultra destra romana voglia sostenere che vada elogiato perché fa bullismo e si diverte a insultare chi trova aberranti le sue violenze, in quel loro ricorso a termini come "umiliare", "asfaltare" o "distruggere" che mirano a riportare in auge quel "noi contro loro" che fu alla base del nazifascismo.
La retorica dell’umiliazione dell’avversario, dell’attacco alla persona e non alle argomentazioni, è un chiaro componente di inquinamento del dibattito politico che sta trasformando la politica in una carnevalata fondata sul tifo da stadio. E magari si sfrutta pure l'ignoranza dell'elettore, con Salvini che chiede le trivelel dopo aver proposto e sostenuto in prima persona un divieto alle trivelle.
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