Tommaso Scandroglio irride lo stato di salute di una donna trans e giura che Dio ci voglia omofobi e razzisti


Dopo l'organizzazione forzanovista Provita Onlus, anche la lobby di Riccardo Cascioli ha cercato di strumentalizzare la storia di una donna transgender norvegese che soffre di un disturbo di integrità corporea (BID) per istigare i propri proseliti alla discriminazione. E se l'organizzazione di Jacopo Coghe ha probabilmente centrato il suo obiettivo spronando alcuni loro seguaci ad promettere aggressioni fisiche contro le persone trans, il signor Riccardo Cascioli ha pubblicato questa roba qui:



L'autore dell'articolo è Tommaso Scandroglio, un personaggio tristemente noto per il suo sostenere che le persone lgbt non debbano poter godere dei diritti costituzionali o per il suo invocare ispezioni anali per "provare" l'orientamento sessuale dei rifugiati gay, incurante di come quelle siano pratiche prive di scientificità che rientrano nella definizione di tortura. Nel 2018 si spinse addirittura a molestare due ragazzi di 21 uccisi dal monossido di carbonio in una casa di montagna, sostenendo che ai gay andrebbero negati i funerali:



Dato il personaggio, non stupisce che il signor Scandroglio inviti i propri lettori a definire «uomo» una donna trans. E non stupisce dica sia stato il quotidiano di Maurizio Belpietro a ideare le teorie che lui usa per incitare odio contro un intero gruppo di persone attraverso una immorale e scandalosa irrisione die problemi psicologici di una persona. E così, scrive:

Prendete la sindrome di Münchhausen, aggiungete una buona dose di teoria del gender, agitate bene e il risultato sarà la storia del signor Jorund Alme, ben raccontata da Fabrizio Cannone su La Verità. Chi è affetto dalla sindrome di Münchhausen si finge malato in genere per attirare l’attenzione, per essere al centro di cure amorevoli. Ora il signor Alme, di origine norvegese, non solo si crede donna ma anche disabile, pur essendo lui sanissimo. O meglio: si pensa donna disabile.

Ovviamente parlando sempre al maschile in modo da incitare i suoi proseliti alla discriminazione, attacca le persone transessuali sostenendo che siano uomini che si "credono donne". Ed è mistificando una sindrome scientificamente provata che il signorino si inventa che sarebbe scemo chi soffre di problemi psicologici che non hanno cause dice:

La differenza tra lui e chi soffre della sindrome di cui sopra sta soprattutto nel fatto che questi ultimi fingono una malattia e, invece, Alme non vuole ingannare nessuno sul suo stato di completo benessere, ma si identifica in una donna disabile perché questo è stato il suo desiderio da sempre, tanto che va in giro in una carrozzella. Lo sappiamo: è contraddittorio sapersi sano ma identificarsi in un malato. Ma così è.
Questa storiella si potrebbe anche chiudere qui, concludendo che il signor Alme non ha tutte le rotelle a posto e che è davvero disabile, ma nella testa, non nelle gambe.

Sarebbe interessante chiedere all'ordine die giornalisti se il dichiarare che una persona "non ha tutte le rotelle a posto e che è davvero disabile, ma nella testa, non nelle gambe" sia da considerarsi un modo etico con cui trattare il tema dei disturbi di integrità corporea (BID). Ed è alquanto patetico il fatto che Scandoglio cerchi di sostener che le persone trans verrebbero trattate con più rispetto degli eterosessuali:

Purtroppo Jorund Alme si fa chiamare Jorund Viktoria Alme e quando c’è di mezzo una persona transessuale tutto ciò che fa e dice è serissimo e, già in partenza, rispettabilissimo. Lo scudo trans quindi rimanda al mittente qualsiasi critica e infatti, con furbizia, Alme la butta sull’appartenenza sessuale: il mio voler essere disabile è legato alla sfera sessuale, come appuntavamo poco sopra.
Non solo, ma Alme afferma “di avere un disturbo dell'integrità corporea”. Come esiste la cosiddetta disforia di genere così abbiamo anche la disforia corporea. E come nel primo caso si vuole adattare il corpo a ciò che la mente desidera così avviene anche nel secondo caso, mettendo a sedere su una sedia a rotella un uomo sano. E dunque, come un maschio si può comportare da donna, un sano può comportarsi da malato. Il ragionamento, poste le premesse erronee, non fa un grinza e, per questo motivo, la scelta di Jorund “Viktoria” Alme non può essere sindacata.

In realtà i fatti sono molto doversi da come il signorino li racconta. Se l'identità di genere fa si che una donna sia donna anche se nata in un corpo di uomo, il disturbo dell'integrità corporea crea problemi reali anche se non dettati da cause fisiche.
Sono tante le malattie che hanno cause psicologiche, ma ovviamente loro irridono e attaccano solo quelle che riguardano le persone trans, cercando di farle passare per pazze che dovrebbero essere rinchiuse in un manicomio come avveniva in passato.

Gli insulti proseguono:

Detto tutto ciò, il sospetto che Alme si sia inventato questo “disturbo dell’integrità corporea” per cercare un po’ di notorietà è forte. Se costui si vuole davvero identificare in una donna disabile, perché allora non si fa paralizzare realmente? Anche gli uomini che si pensano donne spesso si fanno evirare.

Ma si faccia evirare lui e magari si butti giù dalle scale per diventare paralitico e farsi torturare da Adinolfi! Qui siamo davanti ad quello che appare come un chiaro tentativo di incitamento all'autolesionismo che pare andare oltre alla consueta istigazione alla discriminazione .

Da copione, Scandogòlio inizia a dire che sarebbe Dio a giustificare il suo smisurato odio verso il prossimo la sua discutibile attività di istigatore alla discriminazione:

In giro per il mondo vi sono casi analoghi: persone che si credono gatti o alieni (e modificano anche il loro aspetto per assomigliare a felini e marziani) o appartenenti, loro bianchi, all’etnia africana. Il punto è sempre quello: la volontà che si scontra con la realtà. La rivoluzione contro Dio ha un tratto distintivo: la lotta al reale perché inteso come limite ai propri desideri. L’uomo, nel suo delirio di onnipotenza, vuole essere anche ciò che non potrà mai essere, travalicare anche i confini della propria biologia. Ogni vincolo imposto dalla realtà - sesso, sanità, etnia, specie - deve essere abbattuto perché castrante un Io che vuole espandersi all’infinito. Una ragione messa in carrozzina.

Nel finale, Scandaglio sostien4e che sarebbe Dio a volere che si facciano distinzioni su base etnica, sanitaria, di specie e di sess9o. Dice che Dio è colui che benedirebbe ogni più depravata forma di discriminazione, motivo per cui farebbe bene Salvini a baciare rosari prima di promettere cacciare chi osa scappare da fame e guerre.
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