Il carrozzone di Porro attacca Sanremo: «Liturgia flud di maschi castrati»


Nicola Porro è tornato a predicare omofobia, incitando i sui lettori di estrema destra contro chi non ritiene che sarebbe uomo solo chi corre dietro le ragazzine come il suo Salvini. E così attacca la presenza dei Måneskin sul palco di Sanremo ducendosi infastidito dalla loro sessualità:



Attraverso un articolo di Max Del Papa, è ricorrendo alle consuete offese gratuite che il sito del vicedirettore de Il Giornale afferma:

Ucci Gucci, sento odor di molti ciucci: quelli che ancora credono i Maneskin siano un gruppo di musicisti. La chiusura del cerchio l’ha tracciata Big Nose Ama, ovviamente interrompendo notiziari e programmazione nazionale: superospiti al prossimo Sanremo.

Se i toni fanno già comprendere a quale tipologia di lettori semianalfabeti ami rivolgersi Porro, si arriva al puro delirio

A Sanremo, che è l'alibi di un Festival, che si giustifica quale liturgia che si autoavvera, la processione di prefiche artistiche in odor di fluid, da Madame ad Ariete a tanti poveruomini emaciati, virtualmente castrati, ritrova i sommi sacerdoti del nulla pateticamente pruriginoso; faccia il favore chi adora essere preso per il prepuzio da questa farsa: lasci in pace il rock, il glam, di cui ha forse sentito parlare, senza capire: quello era un fenomeno legato alla musica popolare, dove più dove meno spontaneo, coi suoi risvolti affaristici certamente, ma inserito in uno scenario di forte mutamento artistico e sociale; riproporlo oggi, a sessualità ampiamente superate, è solo una scusa, come si diceva, o, più precisamente, una manovra politica dunque commerciale.

Insomma, loro preferivano il Festival che invitava Povia perché il pensare che i maschi non ruttino sul palco li farebbe sentire "castrati" nel loro maschilismo. E dato che le destre amano sostituire le argomentazioni con gli insulti, è contro ogni evidenza che Del Papa aggiunge:

Questi anonimi ragazzini, senza talento, senza carisma, senza cultura specifica (non parliamo di quella generica), che gli strumenti li rovinano soprattutto quando tentano di suonare, si pongono come simboli di un processo globalista che impone inedite false priorità: il catastrofismo ambientale, la confusione simbolica sessuale, l'idolatria della tecnologia. Non c'è bisogno di leggere Legutko, Delsol, Rampini, Veneziani o Ratzinger, è tutto alla luce del sole anche per i fanatici festivalieri dal molto semplice approccio, per i ragazzini suggestionabili oltre misura, è tutto molto chiaro, troppo chiaro. Pretesti. Alibi. Rappresentazioni assai poco sacre, francamente imbarazzanti.

In realtà ad apparire inbarazzante è la banda di Porro, pronta persino a incitare odio pur sostenere il loro negazionismo sui cambiamenti climatici. Ed imbarazzante è come loro vivamo su una retorica che si fonda sull'inverire semlre contro una fantomatica sinistra:

Sanremo, quanto al processo poco sopra accennato, è cornice fatidica. Inevitabile. È il baraccone principe della televisione generalista di sinistra (anche se da destra non saprebbero fare granché meglio), è la messa cantata (purtroppo) di questa agenda. Molti si son detti sconcertati dall'imbarco di Zelensky in collegamento, sconcertati ma non stupiti; altri hanno ironizzato circa una eventuale partecipazione di Greta, ma dal sarcasmo affiorava più di una punta di realtà. Arriveranno, vedrete, altri testimonial di insostenibile leggerezza: virologi, infermiere Dubai-style, dottoresse presenzialiste che vogliono proibire il vino: sono tutti elementi a comporre un quadro d'insieme, la nuova società denaturata, evirata di ogni spiritualità, con idoli nuovi e nuove decrepite priorità.

Porro avrebbe preferito Irban, Silvana De Mari e Povia come unico concorrente? Avrebbe voljto un collegamento con Mosca per elogiare le bombe russe?

Iniziano poi gli insulti alla Egonu perché lesbica, arrivando a sostenere che l'odio dei fondamentalisti andrebbe considerato "libertà di espressione":

Va detto che nel totale fallimento di quasi tutte le issue, dal migrantismo rivelatosi disastroso all'ambientalismo terroristico finito in odio alla gente normale fino all'ossessione sanitaria sfuggita di mano, l'unica dimensione tuttora sfruttabile per la sinistra mediatico-elettorale è rimasta quella erotica. E allora sotto con le Egonu, un anno dopo l'altro, con le attricette in fama di miste, con cantanti che non si perdono uno scatto non binario, coi Maneskin che si sposano tra loro. [...] La solita storia per cui da una parte si può dire di tutto e di peggio ed è sacrosanta libertà di espressione, dall'altra se uno si azzarda a dire “beh, però” viene fulminato da rappresaglie di ogni genere.

In conclusione, Del Papa sfotte gli ucrsini ammazzati dai suoi amici russi in un'osservazione di quella che appare come la più totale mancanza di etica e morale di una certa destra

Maneskin a Sanremo, Sanremo ai Maneskin. Bello sarebbe un duetto in collegamento: gli Zelenskin. Oggi le messe cantate si celebrano così.
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