Nicola Porro torna a sostenere che l'inquinamento sia bello e che sia "gretino" chi difende il pianeta


Nicola Porro ama insultare, quasi fosse convinto che l'elettore di destra venga eccitato dalla violenza e vada nutrito con incessanti invettive razziste, omofobe e negazioniste. E dato che lui pare voler incitare i suoi lettori all'egoismo e al menefreghismo più spinto, oggi tenta di sostenere che il vero dovrebbe attaccarsi al tubo di scappamento del suo inquinatissimo suv per respirare a pieni polmoni una salutare dose di di Co2.
Per sostenere la sua tesi, Potrro ricorre ai suoi soliti insulti. Dice che chi rispetta e tutela l'ambiente sarebbe un "gretino":



Cosa dovrebbe essere un "superfisico" non è dato saperlo, ma l'articolo chiarisce che per parlare di clima loro si affidano a chi studia fisica, esattamente come per parlate di vaccini preferiscono chi non sa niente di epidemiologia. In altre patltole, Porro ritiene che ad esprimersi su ogni tema debba essere sempre chi non ha alcuna competenza in merito.

Nell'articolo, tale Andrea Gebbia si lancia nel sostenere che esisterebbe una fantomatica «frangia politica radical e progressista» a ritenere che l'uomo sia «la causa principale del cambiamento climatico in corso» dato che lui mega quell'evidenza. e dice che un tale di nome Wallace Manherimer dica che «la propaganda green» sarebbe «allarmistica e spargipanico».
Insomma, a detta del sito di Porro, pensare che sarebbe meglio non gettare plastica nel mare nel totale disinteresse delle specie marine che verranno ammazzate sarebbe «propaganda». E così dicono che il loro esperto sosterrebbe che «l’obiettivo emissioni zero di Co2 sarebbe la fine della civiltà moderna» dato che sarebbe nel nostro interesse morire di di tumore grazie all'inquinamento.
Speigano cos' che loro faranno in tempo a morire senza subire le conseguenze del loro agire, perché non ci sarebbe motivo di «aspettarsi una crisi climatica da troppa anidride carbonica nell’atmosfera» per il «prossimo secolo». E il sito di Porro ne deduce che condannare a morte chi vivrà il pianeta tra cento anni sarebbe «uno smacco per i gretini di turno e per la politica ecologista, che vorrebbe cancellare il progresso, lo sviluppo, la tecnologia, la produttività umana per sempre».
Anche qui pare che il sito di Porro menta, dato che nessuno vuole «cancellare il progresso, lo sviluppo, la tecnologia», ma tutti chiedono che il progresso tenga conto dell'impatto climatico preferendo soluzioni ecosostenibili al facile guadagno.
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