I legami tra il partito di Mario Adinolfi e il professore negazionista della Shoah


Spuntano alcuni legami tra il partito di Mario Adinolfi e il professore negazionista della Shoah che ha interrotto uno spettacolo sull'Olocausto in scena a Milano.
Il negazionista risulta infatti tra gli autori del blog di Sabino Paciolla, noto adinolfiniano che tanto si è prodigato nella promozione dell'omofobia e nella predicazione di teorie omofobe ideate dalla propaganda di estrema destra:



Il professore negazionista viene anche indicato come un personaggio che è stato promosso dal partito di Mario Adinolfi:



Probabilmente l'occasione di incontro tra la candidata a Desenzano per Mario Adinolfi e il professore che nega l'Olocausto potrebbe essere stata la manifestazione contro il greenpass organizzata dal partito di Adinolfi:



Con Adinolfi e il professore negazionista troviamo anche i membri di Iustitia in Veritate, un presunto "comitato" di estrema destra che nel 2021 attaccò Gayburg con accuse altamente diffamatorie per atte a difendere le carnevalate organizzate al Senato da Pillon contro il ddl Zan. Sul sito di Sabino Pacciolla, è il professore negazionista dell'Olocausto a presentarli:



Fatto spuntare il nome di Silvana De Mari, il professore Martinelli enunci anche quali sino le finalità politiche e liberticide rappresentate da Iustitia in Veritate:

Liberi in Veritate nasce da persone che per grazia di Dio si sono riconosciuti avendo a cuore la verità, che ci ha permesso uno ad uno su impulso di Mons Viganò di incontrarci, riconoscerci e di unire le forze per un obiettivo molto semplice: abbiamo l’ardire e la pretesa di affermare che solo dalla verità nasce il riconoscimento di ciò che è bello, buono, giusto e dunque è vero. E tale certezza abbiamo deciso di affermarla anche contro corrente – contro la narrazione di menzogna. La sintesi di questo programma, che è enunciato in 25 punti, è il ripristino dell’ordine del creato.

Insomma, è un'organizzazione ispirata da monsignor Viganò che ha la pretesa di imporre quale dovrebbe essere ritenuto il giusto ordine del creato. E così spiega che loro vorrebbero un

Ritorno a una concezione giusnaturalista, nel senso classico, del diritto, vincolato alla legge naturale e divina, contro ogni impostazione – tipica del pensiero contemporaneo – positivista, relativista e tecnocratica e individualista, totalitaria e a-morale.

In altre parole, contestano il contrasto alla pandemia e dicono che «siamo nel pieno di una imposizione di un nuovo paradigma giuridico o del compimento di un nichilismo giuridico, cioè dell’affermarsi senza limiti o vincoli della legge del più forte, della concezione e pratica del diritto come puro potere. Che ha creato il suo capovolgimento, attraverso la sua cancellazione completa e la sua conseguente sostituzione con qualcosa di completamente diverso». E così enunciano il loro programma:

Per ritornare al principio: «et erit opus iustitiae pax» (is., 32, 17)[1], che si può tradurre: «la pace è l’opera della giustizia». opus iustitiae pax. Perché ex iniura ius non oritur: dall’ingiustizia non puo’ nascere una legge giusta. Siamo quindi contro una concezione di sicurezza securitas come esito dello schiacciamento politico e militare del nemico, nemico ormai identificato apriori, in automatico. Siamo contro chi cerca di proclamare che può esserci giustizia senza verità, mentre noi crediamo ed affermiamo che l’abolizione della verità con l’espulsione della giustizia è l’aborto di ogni autentica pace e conduce inevitabilmente al più efferato dei totalitarismi. Noi quindi affermiamo che l’uomo può dire Io sono perché quell’Unico che con piena verità ha potuto dire “io sono” è diventato l’unico vero impresentabile clandestino della nostra epoca. Noi siamo gli operatori di questa epoca, affinché la Verità non sia sotto ricatto, esca dalla clandestinità, e si affermi in ogni campo della vita.

Se fa sorridere che ad auto-proclamarsi detentori della "verità" siano personaggi che negano l'Olocausto e i crimini nazisti, a rilanciare le loro teorie troviamo l'immancabile Nuova Bussola Quotidiana del solito Riccardo Cascioli:



Ovviamente Francesco Fontana, che si dichiara presidente di Iustitia in Veritate, risulta membro del direttivo di Italia Cristiana, il partito in cui militava anche Silvana De Mari e che si propone come una realtà altamente omofoba che sui loro manifesti cita inesistenti passi della Costituzione:



Insomma, alla fine spuntano sempre gli stessi nomi e sempre le stesse organizzazioni.
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