Il governo sostiene che gli elettori vogliano Saremo che faccia propaganda alla Meloni


Oltre a dire tante parolacce, Nicola Porro ama sostenere che gli altri debbano essere costretti a dire quello che vuole lui. E così ha urlato che Benigni avrebbe dovuto sostenere le pretese dei no-vax come avrebbe fatto lui e si dice eccitato da un Vittorio Sgarbi che, a nome del governo che l'ha incredibilmente reso sottosegretario alla cultura, urla che bisognerebbe togliere il diritto di opinione a chi non dimostra di essere elettore delle destre populiste:



Se Porro ama usare un linguaggio bellico che lo porta a sostenere che i membri delle destre populiste "asfalterebbero", "umilierebbero" o "lancerebbero bombe" contro chi osa dissentire dal loro pensiero unico, pubblica questo surreale comunicato a firma del suo amatissimo Sgarbi:

Popolare e populista, ma indifferente alla volontà degli elettori, Sanremo apre con tre simpatizzanti del Partito democratico: Mattarella che vi fu iscritto, Benigni che prese in braccio Veltroni, Morandi che ha sempre votato Pci e Pd. A Sanremo cambiano solo i vestiti dei cantanti.

Forse Porro e Sgarbi avrebbero preferito un festival condotto da Mario Giordano e con Povia come unico concorrente, ma il loro ridurre tutto ad un campanilismo che li porta a schiumare di rabbia contro chiunque non sia espressione di una destra populista che ama Putin, ama Orban, ama Trump e adora Bolsonaro. E sinceramente appare alquanto patetico che i membri dei partiti populisti lancino accuse di "populismo" contro un programma nazional popolare, chiedendo contestualmente che sia censurato e licenziato chiunque non dia dimostrazione di essere iscritto o quantomeno simpatizzante del loro partito.
Ma quando la seconda carica dello stato è un collezionista di busti del dice che non vuole rinunciare ai suoi cimeli fascisti, non può stupirci che il governo voglia scopiazzare anche la propaganda fascista che negava ogni liberò di pensiero fosse sgradita al partito.
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