Le intimidazioni di Salvini a Paola Egonu. Il vicepremer le vieta di dire ciò che non piace alla propaganda leghista


Come se fossimo in Iran o nella sua amata Russia, Matteo Salvini ha ordinato a Paola Egonu di non dire ciò che pensa perché lui esige che si neghi l'esistenza del razzismo in Italia. Ed ovviamente a decidere che l'odio versi i migranti non possa essere ritenuto razzismo e un tale che diceva che i meridionali fossero da ritenere inferiori a lui:



Già nei giorni scorsi Salvini ha preteso che agli italiani venisse negato il discorso di Zelensky, pretendendo che l'opinione pubblica non fosse messa al corrente dei crimini compiuti dai russi.
Un Governo che detta legge su ciò che la gente deve pensare, cercando di sostenere che chiunque dissenta dalla sua propaganda offenderebbe chi si masturba davanti alle fotografie dei bimbi affogati nel Mediterraneo, appare un qualcosa da dittatura. Ed è significativo avvenga in un Paese in cui la seconda carica dello stato dichiara di non voler rinunciare ai suoi busti di Mussolini, senza suscitare perplessità nel padano.

E mentre Matteo Salvini giura sul rosario che lui non vedrebbe razzismo nei leghisti che paragonano le persone di colore alle scimmie, il suo partito cita Maurizio Belpietro per sfottere Carola Rackete e incitare i leghisti contro chi salva vite umane nel Mediterrao al posto di promettere più morti come fa il padano:



Salcini dice che bisognerebbe ridere di chi difende la vita perché il suo gruppo non avrebbe identità giuridica e lui spera di non poter rispondere delle conseguenze penali delle sue azioni.
Inoltre Salvini avrebbe poco da ridere, dato che la Cassazione ha sancito che l'arresto di Carola Rackete da lui ordinato a Lampedusa era illecito dato che i giudici hanno ravvisato la liceità del comportamento della comandante della nave, la doverosità dei soccorsi umanitari e il primato del diritto internazionale sulla decretazione d'urgenza.
Commenti