Pillon attacca gli anglicani: «Vogliono un Dio gender». Peccato dicano ciò Papa Luciani sosteneva già nel 1978


Il senatore leghista Simone Pillon pare su una crisi di nervi, quasi come se lui non sapesse che farsene di una divinità che non può essere usata per promuovere sessismo, invocare la sottomissione femminile, incitare gli intolleranti alla discriminazione o sostenere sia bello costruire quei suoi muri-anti migranti che tanto ricordano le alte mura dei campi di sterminio nazista.
Invocando il Papa preferito dai gruppi neofascisti, il senatore si dice arrabbiato e rabbioso verso quei vescovi anglicani vorrebbero riformare il testo del Padre Nostro per evitare possibile ogni riferimento maschile. E ovviamente lui usa la truffa "gender" per inveire contro quella possibilità anche se in realtà è il 10 settembre 1978 che anche Papa Luciani asserì che "Dio è padre, ma anche madre".

Ricorrendo alla sua solita abitudine a inventarsi offese con cui irridere le idee altrui, è attingendo alle truffe culturali delle lobby integraliste che inizia fantasticare su fantomatici "padrə nostrə" o "genitore 1 che sei nei cieli". Ovviamente si tratta di parti della su amente omofoba, dato che in inglese esiste il genere neutro ed è il genere neutro quello che i vescovi invitano ad usare:



Dopo aver offerto la sua falsa testimonianza, il leghista pare voler ostentare il sup peccato di superbia nell'urlare che lui vuole essere ritenuto il detentore della "verità" padana su un dio omofobo, sessista, misogino e xenofobo che la penserebbe come lui su tutto. Praticamente Pillon vorrebbe sostituirsi a Dio e annunciare che è cretino chi legge i Vangeli e predica amore ed accoglienza quando si possono cercare versetti decontestualizzati del Vecchio Testamento con lui legittimare persecuzioni, discriminazioni e odio.
E così invoca il Papa che insabbiò i casi di pedofilia per incitare i maschilisti contro una Chiesa che lo fa arrabbiare perché garantisce il sacerdozio femminile e permette ai preti di potersi sposare. Scopriamo inoltre che Pillon ritiene che il contrasto al sessismo e la dignità della donna vadano ritenute "moda del momento".
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