Jacopo Coghe protesta con la Meloni per non aver imposto un diviero alla pornografia su Internet


Oltre a promuovere omofobia ed esultare davanti a chi priva i bambini dalle stesse protezini giuridiche di cui godono i loro figli, l'organizzazione forzanovista Provita Onlus è molto attiva anche nella promozione di tutti gli altri punti dell'agenda evangelica statunitense.
E dato che tra quei punti c'è anche un divieto totale alla pornografia, l'organizzazione protesta con Giorgia Meloni perché la loro beniamina non ha vietato Pornhub agli adulti con la scusa di voler "proteggere" i minori.
Già in passato Pillon cercò di introdurre divieti e censure, sostenendo che abbiano ragione gli evangelici americani a dire che non debba preoccuparci il fatto che un minore possa navigare tra siti neofascisti, negazionismo o atti ad istigare odio: l'unico problema è che possano vedere una donna nuda. E quindi chiariscono che il concetto per cui l'educazione sarebbe responsabilità dei genitori solo quando si tratta di opporsi al l'educazione al rispetto, mentre in tutti gli altri casi lo stato leghista dovrebbe sostituirsi ai genitori e imporre divieti, blocchi e censure decide dal potere.

Senza chiarire perché si reputi il giudice supremo del mondo, è attraverso un comunicato stampa a firma della sua organizzazione che il solito Jacopo Coghe dichiara:

La delibera di Agcom sul Parental Control, ovvero l'implementazione di filtri e blocchi dei contenuti inappropriati per i minori nei contratti per la fornitura di rete internet, è un primo passo in avanti per la tutela dei minori, ma in alcuni suoi punti è insufficiente e rischia di depotenziare le disposizioni legislative in tema di preattivazione di Sistemi di Controllo Parentale (articolo 7-bis del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28). Per Agcom, infatti, questi sistemi devono essere realmente preattivati soltanto sulle offerte dedicate ai minori. La legge, invece, è volutamente più ampia in riferimento a tutti i dispositivi e a tutte le offerte, questo perché molto spesso i minori usano smartphone o altri dispositivi acquistati dai loro genitori o da altri adulti, sui quali sono attive offerte diverse. Questa lacuna rischia quindi concretamente di escludere una platea vastissima di minori e bambini dall’essere tutelati dai pericoli della Rete quali contenuti inadatti, scabrosi, sessualmente espliciti, ma anche ipersessualizzazione e rischio di adescamenti.

Insomma, bisognerebbe vietare e censurare a tutti i contenuti sgraditi a Coghe, senza chiarire chi dovrebbe decidere quale contenuto debba essere ritenuto "inappropriato per i minori". Ad esempio, il suo sito sarà ritenuto tale dati i contenuti proposto o la selezione sarà ideologica ed atta unicamente a censurare le idee che non piacciono all'estrema destra?
E davvero ritiene che un adulto debba subire censure perché lui ritiene che i genitori non siano in grado di controllare i propri figli?
Commenti