Ma davvero un'organizzazione forzanovista vuole lanciare accuse di "estremismo" al Pd?


Fa sorridere vedere un'organizzazione forzanovista che lancia accuse di "estremismo" a chi non la pensa come l'estrema destra. E mentre Jacopo Coghe partecipa a raduni neofascisti e il figlio di Roberto Fiore porta il pensiero maturato tra i lefebvrariani nella loro organizzazione, è nel tentativo di screditare che Elly Schlein che sul loro sito pubblicano un surreale articolo a firma di Giuliano Guzzo (ossia quel tizio che scrive per Belpietro e che paragonava i matrimoni gay all'Isis).

L'attacco parte dal sostenere che l'addio al Pd di Beppe Fioroni sia «un terremoto», anche se in realtà bisognerebbe chiedersi quante persone siano a conoscenza di un qualsiasi atto significato via arrivato da Fiorono. Ma dato che gli faceva comodo usare le proteste si un moderato che Adinolfi sostiene fosse vicino alle sue visioni politiche, scrivono:

Un terremoto anzitutto per il Pd, appunto, che, con la trentasettenne che ora lo guida, si vede trascinato in un’area decisamente radicale, ergo: pro aborto, pro eutanasia, pro rivendicazioni Lgbt, pro cannabis, pro qualsiasi cosa insomma l’agenda dei cosiddetti “nuovi diritti” dovesse mettere a tema. Non è da questo punto di vista un caso, anzi, che Schlein abbia incassato nel tempo l’appoggio di Alessandro Zan, di Laura Boldrini, perfino di nomi nobili – come Beatrice Borromeo – insomma di tutto l’establishment della sinistra ultra radical chic. Le tempestive valigie di Fioroni, che pure nessuno ricordava come un gladiatore per i principi non negoziabili, sono dunque indicative del fatto che se prima il Pd a periodi alterni spingeva per i “nuovi diritti” ora con ogni probabilità lo farà in modo quasi quotidiano.

E già qui emerge la loro ideologia. I diritti dei gay diventano «rivendicazioni» agli occhi di chi raccoglie firme per chiedere la loro messa al bando dalla Rai, essere a sostegno del diritto di scelta delle donne viene spacciato come un sentimento «pro aborto» a nome di chi si lamenta se nelle scuole si vuole fare educazione sessuale per evitare gravidanze indesiderate, così come la lista dei nemici di Salvini diventa un pretesto per attaccare diritti da loro irrisi.

Guzzo inizia poi a sostenere che una sinistra che finalmente propone idee di sinistra andrebbe disprezzata dai "cattolici", i quali dovrebbero votare chi va a braccetto con i fascisti e chi vuole abbandonare in mare i naufraghi:

Resta però che una segreteria come quella di Schlein, così estrema come si è detto, non si era mai vista. E questo non solo il buon Fioroni, ma tutta la componente cattolica del Pd – nella quale formalmente rientra anche Enrico Letta – difficilmente potrà far buon viso a cattivo gioco all’infinito con un partito che somiglia ora più a Leu che al Pd come l’abbiamo sempre conosciuto. Ciò detto, sul terremoto di Elly Schlein vanno precisate almeno altre due cose. La prima è che esso non si sarebbe mai consumato, come hanno notato osservatori acuti come la scrittrice femminista Marina Terragni, se non fosse stato preceduto da un altro sisma rivoluzionario: quello di Giorgia Meloni.

E così Marina Terragni, già complice di Pillon nell'affossamento del ddl Zan, diventa una "acuta osservatrice" che loro spacciano per "femminista" gradita alle destre in quanto femminista radicale trans-escludente. Lo scopo è ovviamente quello di dire che a rappresentare le donne dovrebbe essere quella signora che vuole essere chiamata "signor presidente".

Fa anche sorridere che Guzzo si inventi che senza la Meloni, la sinistra non avrebbe mai avuto una leader donna, iniziando a urlare che loro sono contro l'ecologia e i diritti perché loro disprezzano l'Europa:

In altre parole, difficilmente ora la sinistra avrebbe una leader donna se prima non ci avesse pensato la destra, portando una donna addirittura a Palazzo Chigi. Considerazione numero due, direttamente collegata a quanto fin qui detto: Elly Schlein è una dalle idee, anzi dalle ideologie molto forti. Pur nel tempo delle post ideologie, come si è soliti chiamarlo, il suo essere transfemminista, fluida, green, pro immigrazione e laicista appare insomma chiarissimo. Ciò significa che chiunque abbia a cuore i principi della difesa della vita, della famiglia e della libertà educativa deve più che mai stare vigile. Tanto più che Elly Schlein in realtà non sta affatto all’opposizione: O meglio, lo è solo in Parlamento.
Ma la cultura politica che lei incarna si trova ora ai vertici dell’Unione europea, domina nelle università, nelle redazioni dei maggiori quotidiani e tiene in scacco persino eventi un tempo nazionalpopolari, Festival di Sanremo docet.

Volevate forse che non citasse il Festival di Sanremo dicendo che loro sono arrabbiati perché due uomini si sono baciati? E per confezionare il tutto, hanno scelto grafiche basate sull'irrisione die diritti:



Da notare è la categoria. Per attaccare le idee politiche, scelgono "gender e sessualità" quasi sapessero bene che il loro è un attacco basato sull'omofobia e sulla truffa "gender".

Non pare andare meglio con i loro proseliti che, sui social spiegano, che loro preferiscono fare soldi facili piuttosto che respirare aria pulita, arrivando addirittura a paragonare la Schlein a Satana:





E visto che loro urlarono che le destre populiste sono molto sensibili quando si fanno commenti sulla voce di Mario Giordano, arrivano anche gli attacchi incentrati sul body-shaming. Ma ovviamente non pare che Jacopo Coghe si lamenti quando dono i suoi a insultare le donne per l'aspetto:



Ma d'altronde il loro Marino Morora spiegava che per le destre la donna vale nella misura in cui il suo seno è prosperoso, dato che un maschio di destra non avrà mai interesse per le idee che vengono espresse da una femmina.

Riguardo all'organizzazione che lancia quelle accuse, vorremmo riproporvi un estratto di "Sodom", il documentario di propaganda omofoba che realizzato da Arkady Mamontov e mandato in onda dal canale televisivo russo Rossiya-1 a sostegno delle leggi omofobe volute da Vladimir Putin:


Con l'obiettivo di creare uno scontro culturale tra una Russia descritta come intoccata dal "degrado" e l'occidente che viene descritto come espressione di Satana, Mamontov creò un prodotto di pura manipolazione e propaganda manifesta attraverso alcuni stratagemmi narrativi che sembrano ricalcare l'antisemitismo del film nazista "Der Erwige Jude" (1940).
L'intero documentario è costruito intorno all'opinione di Scott Lively, attivista anti-gay statunitense che fu promotore della pena di morte per i gay in Uganda e che contribuì alle scrittura leggi omofobe russe. Tra gli spezzoni proposti, troviamo anche alcuni italiani, come il sedicente "ex-gay" Luca di Tolve e la "mamma-non-genitore-1" Barbara Bianchi. C'è spazio anche per la "Marcia della vita" con tanto di bandiere dell'associazione "Famiglia Domani" e della "Fondazione Lepanto" che sventolano su Roma e l'intervista ad alcuni membri di una famiglia descritta come attiva quell'ambito politico. Si tratta della famiglia di Roberto Fiore, segretario del partito di estrema destra Forza Nuova, e da sua moglie Esmeralda Burgos Otamendi, con i loro undici figli (tra i quali Alessandro, capo-redattore di Provita Onlus). Viene mostrata anche una cena a cui partecipano Alexey Komov (portavoce russo di diverse associazioni anti-gay che presenziò anche all'elezione di Salvini a segretario della Lega) e Toni Brandi (presidente di Provita Onlus). Ed è quest'ultimo che si cimenta in una solenne preghiera in latino, probabilmente in omaggio alla Fraternità Sacerdotale di San Pio X (FSSPX), da sempre legata all'estrema destra.

Ciò appurato, quella gente ha davvero la pretesa di poter lanciare accuse di "estremismo" gali altri?
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