Adinolfi si vanta di come lui svoglia «innervosire» gli altri


L'impressione è che Mario Adinolfi provi un certo piacere nell'insultare gli altri, soprattutto le donne. Dunque non dovrebbe stupirsi constatare come usi ogni pretesto per denigrare Elly Shlein, dato che per lui deve essere davvero insopportabile pensare che una donna sia diventata segretaria di quel partito in cui lui non riuscì a prendere voti quando si candidò per il medesimo posto. E deve farlo schiumare di rabbia anche il pensiero di come lei difenda quei diritti civili che lui vorrebbe cancellare, asserendo che per lui il Quatar è un esempio da cui prendere ispirazione.
Peccato sia molto squallido il suo tentativo di attaccala sul personale anziché sulle idee, peraltro mentre tenta di sostenere che la sua banale propaganda bigotta sarebbe chissà quale pensiero illuminato. E ci spiace per lui, ma non è che basti proporsi con inquadrature imbarazzanti per dare forza alle idee, dato che la sua ideologia resta spicciola e banale in qualsiasi forma ce la propini.



Curiosa è la sua teoria per cui le sue azioni avrebbero lo scopo di «costringere» gli altri a fare quello che vuole lui, asserendo che il suo più alto desiderio è quello di dire e fare cose che abbiano l'unico scopo di «innervosire» gli altri.
Se la sua propensione per il vittimismo è tristemente nota, al signor Adinolfi potremmo spiegare che non è la pessima inquadratura a far innervosire gli altri, ma quello che dice e la banalità del suo volersi porre sempre dalla parte sbagliata della storia.

Probabilmente intenzionato a aizzare il suo elettorato no-vax, è premurandosi di parlare sempre di sé stesso che fa le condoglianze a due senatori morti:



Forse dovrebbe spiegare ai suoi proseliti no-vax che uno era malati da tempo e che l'altro si è suicidato, motivo per cui il loro complottismo pare becero sciacallaggio.
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