La Meloni va all'attacco della satira e pone i primi limiti alla libertà di espressione


Da anni ci rompono le scatole parlando di "dittatura del politicamente corretto" o di improbabili "censure" al loro "diritto" di pubblicare vignette di rara aggressività, con Salvini che si spese in prima persona nel difendere politici che paragonavano le persone di colore a delle scimmie:



Ma se si fa ironia sui loro improbabili piani per la natività o sulle loro teorie su fantomatiche "sostituzioni etniche", è vantandosi di come i suoi ministri siano anche suoi stretti parenti che Giorgia Meloni invoca la censura:



Fa sorridere che a parlare di sessismo sia quella stessa Meloni che in campagna elettorale pubblicava video di stupri. Ed è curioso come lei tacesse quando i suoi attaccavano le mogli altrui, peraltro senza che neppure fosse satira:



E neppure ci ricordiamo delle proteste della signora Meloni quando è contro Renzi che uscivano queste vignette:



Il fatto che il governo attacchi la satira e chieda di essere sottratto a ciò che loro hanno perpetrato contro gli altri pare un fatto molto preoccupante.
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