Gli adinolfiniani elogiano Mussolini per il suo divieto al calcio femminile


Da buon sostenitore di Mario Adinolfi, il fondamentalista Attilio Negrini ritiene che la donna vada impiegata nella produzione di prole. Ma ciò non rende meno osceno il suo elogiare i fascisti perché vietavano alle donne di poter giocare a calcio:



Il duce e Attilio Negrini ritengono che le donne non debbano poter giocare a calcio. Per questo motivo, il primo ottobre 1933, in pieno regime fascista, fu bloccata la partita dell'Alessandria sezione femminile e del Gruppo femminile calcistico.
La squadra era stata fondata dalle sorelle lodigiane Marta, Rosetta, Luisa e Giovanna Boccalini, l'ultima delle quali divenne anche partigiana. Novant'anni dopo, quella partita è stata finalmente disputata. Ma evidentemente Negrini ritiene di poter sfottere le giocatrici, dicendo che faceva bene il duce a volerle recludere in cucina come parrebbe voler fare anche il suo venerato Adinolfi.

Già nel 2019 Adinolfi definiva «ridicolo e noioso» il calcio femminile, sostando che secondo «natura» la femmina non dovrebbe accedervi perché ad una delle sue figlie (non si sa di quale moglie) non piaceva giocarci:



Anche in quel caso emergeva come Adinolfi ami sostenere che a determinare la «natura» siano le sue voglie e le sue esperienze personali, quasi fosse incapace di comprendere che al mondo esista la diversità
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