L'articolo de La Stampa che fece nascere il movimento lgbt italiano


Era il 15 aprile del 1971 quando un articolo pubblicato da La Stampa di Torino fu la scintilla che ha fatto nascere il movimento LGBT italiano.
Nell'articolo, dal titolo "L'infelice che ama la propria immagine", il quotidiano sostenne che che a Torino «non vi sono omosessuali contenti» perché «gelosie, risentimenti, ostilità, ricatti, fughe costellano le loro relazioni. Perciò il delitto è così frequente fra gli omosessuali».



L'articolo usava termini violentissimi anche per l'epoca, recensendo un libro di Giacomo Dacquino dal titolo "Diario di un omosessuale" in cui lo psichiatra e sessuologo cattolico aveva registrato, senza il suo consenso, le sedute di psicoterapia con un ragazzo gay e le aveva trascritte per poi inventarsi una fantomatica "guarigione".

L'attacco era a dir poco agghiacciante:

La nostra società assume verso gli omosessuali un atteggiamento singolare. Mentre esprime nei loro riguardi orrore e ripugnanza e ne fa oggetto di scherno e di disprezzo, manifesta al tempo stesso un indubbio interesse ed una certa attrazione per il strambo modo di vivere e ne riconoscano posizioni di primo piano nelle attività culturali, artistiche, creative in genere.


Romero sosteneva che «anche se riescono a occultare il loro contegno deviante o se al contrario esibiscono in modo spavaldo e provocatorio la loro disaffiliazione, non vi sono omosessuali contenti. Gelosie, risentimenti, ostilità, ricatti, fughe costellano le loro relazioni, intessute di meschinità e di sottintesi, funestate da paura e da senso di colpa, da smanie confuse di adorazione e di profanazione unite a rancori feroci. Perciò il delitto è così frequente fra gli omosessuali». Ed ancora: «Il loro amore è un amore tra bambini» e «il problema dell'omosessualità non è la tendenza deviante del sesso ma l'immaturità dell'Io che lo rende incapace di agire da adulto responsabile e la distorsione dell'intera personalità che va da una struttura nevrotica a una schiettamente psicotica».
Secondo Romero l'omosessualità ha cause ben precise: «squilibrio ormonale» e «imperfezione genetica» e in questi casi non c'è niente da fare. In tutti gli altri, si raccomanda la psicanalisi.
Romero si lanciò anche nel tentativo di spiegare al lettore che per scongiurare l'omosessualità era è necessario agire preventivamente: «I genitori debbono essere ben cauti fin dai primissimi anni di vita del bambino a non favorirne una devianza omosessuale». Ma soprattutto era colpa della madre, che «insoddisfatta e immatura» avrebbe prodotto danni.

Alcuni lettori gay chiesero di controbattere, ma il quotidiano torinese si rifiutì sostendo che del tema si parlasse già troppo. L'accaduto convinse ancora di più gay e lesbiche della necessità di un'azione politica: nacque così il "Fuori", Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano, rendendo Torino la capitale di fatto del neonato movimento lgbt italiano.
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