Porro e Sallusti insultano Patrick Zaki: «Non ha le palle»


Nicola Porro e Alessandro Sallusti paiono abbastanza imbarazzanti mentre usano il razzismo per sostenere che chi denuncia l'esistenza del razzismo del l'omofobia vada insultato, soprattutto se è uno straniero che non si reputa inferiore a loro. E così scrivono:



Nell'articolo pubblicato da Porro, già il titolo cerca di fomentare i razziasti contro gli stranieri urlano eh qualcuno vorrebbe "darci lezioni" e loro ritengono che il populista debba sentirsi offeso a chi non subisce in silenzio. Ed è tra gli insulti che scrivono::

Come se non bastassero quelle che già abbiamo una nuova minaccia incombe sull’Italia. Prepariamoci al peggio. Patrick Zaki, l’attivista egiziano nonché ex ricercatore all’Università di Bologna, è sotto processo –come noto– nel suo paese ed è diventato per questo una star della sinistra italiana.

Curioso non dicano che sia un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media. Ed è curioso sostengano che la destra non ha problemi con chi arresta qualcuno per le sue opinioni.

Sempre insultando la vittima del governo egiziano e riservando insulti ai gay, proseguono:

Ecco, in un’intervista rilasciata ieri, Zaki ha detto di essere pronto, quando mai ritrovasse la piena libertà in Egitto, a entrare nel l’agone della politica italiana e candidarsi alla prima occasione utile. Questo, ha detto, per migliorare la vita delle minoranze, la situazione dei diritti umani, perché la politica di questo nuovo governo delle destre è pericolosa e inquietante e c’è bisogno di battersi contro il razzismo e a favore delle minoranze e ovviamente delle comunità LGBT perché quelle non mancano mai.

Inizino coì a dire che non esisterebbe il razzismo perché la sinistra lo difende (ma loro dicono che la destra se ne sarebbe fregata volentieri):

Verrebbe da dire, ma caro Zaki, ti sei bevuto il cervello? Perché va bene tutto, ma che tu sostenga – lo dici nell’intervista – che noi siamo un paese che discrimina, cozza con la grande mobilitazione generale in tuo sostegno e con il fatto che la Camera dei Deputati ha approvato a grandissima maggioranza nel 2021 una mozione per concederti addirittura la cittadinanza italiana. È vero, in quell’occasione i deputati di Fratelli d’Italia si erano astenuti, ma alla luce delle pure dichiarazioni di oggi mi viene il sospetto che fu un caso di lungimiranza perché di uomini liberi che sostengono di essere discriminati da un paese del cavolo, cioè dall’Italia, ne abbiamo in circolazione a sufficienza.

Insomma, meno male che Giorgia Meloni non difende i diritti umani perché a Porro e a Sallusti sta sulle scatole chiunque difenda i diritti della minoranze. Ovviamente dicono che uno studente che viveva in Italia dovrebbe tornarsene in Egitto perché alla destra lui non piace:

Qualsiasi sia il colore del governo, l’Italia non discrimina nessuno. Facile fare il liberatore dove non ci sono prigionieri. Se fossi sincero e avessi le palle dovresti sì entrare in politica, ma nel tuo di paese, non nel nostro. Perché in effetti, come dimostra la tua vicenda, da quelle parti in Egitto qualche problemino su questi temi in effetti c’è. Quello è il tuo paese, lì ci sono le tue radici, lì c’è bisogno di eroi veri e non solo mediatici. Mettiti tranquillo, è dal 1945 che noi ce la caviamo da soli con qualche inciampo, certo, ma ce la caviamo assai bene senza bisogno di importare mano d’opera, politica e intellettuale dall’Egitto o da qualsiasi altra nazione.

Con buona pace per Porro, giurare che in Italia none esisterebbero persone discriminare pare oltre ogni decenza. E se lui cita a casaccio la fine del nazifascismo o cita i testicoli degli altri al solo fine di insultare, si lancia persino nel pubblicare:

Un’ultima cosa: se proprio vuoi parlare con gli italiani, impara prima la nostra lingua, cosa che ancora non sai, così magari ci capiamo meglio e sarebbe comunque un segno di rispetto nei nostri confronti.

A dirlo è un tizio che pensa che il "giornalismo" si faccia facendo "toc toc" o dicendo tante parolacce. Ed è squallido urlino che loro troverebbero offensivo che gli stranieri abbiano problemi con l'Italiano mentre si ricolgono ad italiano che parlano un italiano assai peggiore di quello di Zaki.

L'attacco a Zaki ricorda quello che Salvini riservò a Paola Egonu, asserendo che a lui non stesse bene che la campionessa italiana potesse raccontare il razzismo subito.
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