Provita Onlus chiede la censura dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale dai libri scolastici


Per l'ennesima volta, l'organizzazione forzanovista Provita Onlus tenta di imporre le sue censure ad un liceo, chiamando a raccolta i propri proseliti contro chi non discrimina. Forte del loro sostenere che ogni minore che non dimostri di condividere la stessa identità sessuale del loro barbuto portavoce debba essere reso vittima di efferate discriminazione come avveniva anche in epoca fascista, quando il duce mandava al confino i gay per negare la loro esistenza alla stregua di come Coghe vorrebbe fosse negata l'esistenza delle persone transessuali, scrivono:



Se appare davvero irritante il fatto che la loro organizzazione ami usare l'hashtag "tutela dei minori" in calce a ogni messaggio in cui incitano odio, ancor peggio è quello che il loro Fabrizio Cannone tenta di sostenere nell'articolo linlktato.

Chi stima la scienza è convinto che essa contribuisca in modo certo e insostituibile alla formazione culturale e perfino etica delle nuove generazioni. Per questo il suo insegnamento deve essere, accanto a quello delle discipline umanistiche (storia, filosofia, letteratura), alla base di ogni buona istruzione pubblica. Ma per lo stesso motivo la scienza deve presentare i suoi metodi e le sue acquisizioni secondo le certezze derivate dalla ricerca empirica e non può avventurarsi in teorie o ipotesi fantasiose, solo perché giudicate (a torto) come “avanzate” o “progressiste”.

Con buona pace per Provita Onlus, il fatto che loro neghino teorie scientifiche accreditate non basta a rendere quelle teorie meno meritevoli di essere insegnate, anche se forse loro preferiscono che la suola sia usata per fare lezioni di religione o per costruire rosari nel plauso del loro Salvini. Inoltre lascia basiti dicano che loro abbiano deciso che sarebbe sbagliato ritenere che l'umanità debba evolvere, urlando che ciò che non piace loro andrebbe vietato.

Citando indirettamente le teorie complottistiche dell'arcivescovo Viganò, passano all'attacco:

Come invece è contenuto in un manuale di biologia, dal titolo “Invito alla biologia.azzurro”, edito da Zanichelli, in uso nei licei italiani, con la scusa dell’Agenda 2030 (punto n. 10: Ridurre le disuguaglianze), si fa un excursus dal sapore ideologico-politico, che con la scienza sembra c’entrare ben poco. Anzi, si mettono in discussione le più certe ed universali acquisizioni scientifiche, come la duplicità assolutamente irriducibile dei due sessi biologici.

Anche qui fa ridere che l'organizzazione dica che loro avrebbero deciso che i sessi sarebbero solo due, confondendo il sesso biologico con l'identità di genere. Ma subisso dicono che loro avrebbero deciso che l'identità di genere andrebbe negata perché Jacopo Coghe esige che si dica che il sesso biologico debba prevalere sulla natura dell'individuo:

Secondo il testo, «Per la maggior parte degli esseri umani esiste una netta divisione tra i due sessi che è di natura non solo anatomica, ma anche fisiologica». E già questo suona falso: non c’entrano le maggioranze e le minoranze, ma i fatti biologici.
«Molte persone - continua il manuale di biologia - vivono, però, una realtà diversa, determinata da fattori che non sono ancora chiari dal punto di vista scientifico». Appunto. Anche perché le propensioni sessuali dei singoli con la scienza da apprendere ai nostri ragazzi hanno ben poco a che vedere.

In quella loro abitudine a cercare instillare paura negli omofobi, citano imprecisati "nostri ragazzi" mentre si inventando che l'identità di genere avrebbe a che fare con imprecisate "propensioni sessuali". E qui i casi sono solo due: o non conoscono il tema di cui parlando da mattina a sera o sono in profonda malafede.

A quel punto, paiono voler strizzare l'occio alle "teorie riparative" cercando di ipotizzare che i gay potrebbero "diventare" tali:

Alla fine del brano, accanto alla foto di due persone transgender, l’arduo quesito: «Omosessuali si nasce o si diventa? Dal punto di vista scientifico non esiste una risposta chiara e univoca a questa domanda». Appunto. Allora perché avventurarsi in queste disquisizioni?
Si vorrebbero, secondo le intenzioni del libro, «ridurre le disuguaglianze» descrivendo dei concetti – come appunto l’identità di genere staccata dalla biologia - senza che vi sia una spiegazione scientifica convincente? Oppure il volume vorrebbe normalizzare proprio la fluidità gender e l’identità di genere, negando però proprio il valore della biologia?

Il termine scelto, ossia "normalizzare", è molto usato in ambienti neofascisti. la loro teoria è che non bisognerebbe "normalizzare" orientamenti sessuali e identità di genere perché altrimenti loro non sarebbero più legittimati a promuovere odio e discriminazione.
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