Coghe e Salvini vogliono vietarci di pensare che Dio non sia omofobo come loro lo dipingono?


Cavalcando una polemica creata da Matteo Salvini, l'organizzazione forzanovista Provita Onlus propone di usare l'accusa di "blasfemia" come strumento con cui limitare la libertà religiosa di chiunque non creda che Dio sia un'entità omofoba e malvagia come loro amano dipingerlo.
La loro ira scaturisce dalla decisione della deputata svedese Malin Bjork di invitare l’artista Elisabeth Ohlson a mostrare alcune delle sue opere al parlamento europeo. Tanto ha fatto schiumare la destra italiana, la quale si dice offesa da chi rappresenta Gesù tra omosessuali e persone transgender per ricordare alle persone che Gesù ha vissuto per aiutare gli emarginati.
Evidentemente Jacopo Coghe e Matteo Salvini ritengono che non si debba poter affermare che Gesù non sia malvagio come loro parrebbero volerlo dipingere. E neppure spiegano perché mai dovrebbe essere un leghista e un'organizzazione forzanovista ad arrogarsi il diritto di elevarsi a sommi giudici chiamati cosa debba essere ritenuto "blasfemo". Anche perché pare assai opinabile dal punto di vista religioso il loro elogio a chi organizza blasfemi rosari contro i gay, il loro elogio a chi non vuole ospitare i migranti e la loro condanna di chi rappresenta Gesù come un uomo inclusivo che ama i suoi figli.

Lanciandosi nel sostenere che lui parlerebbe nome di "un miliardo di fedeli". è con la sua solita arroganza che il signor Coghe dichiara:



Se è curioso che delle persone leather diventino "sado maso" nelle loro pruriginose fantasie, davvero surreale è il livello di mistificazione a cui si spingono pur di usare quella mostra come pretesto per coltivare odio e discriminazione verso quei gruppi sociali che da anni subiscono la loro persecuzione. E così, il solo fatto che Gesù possa essere rappresentato in mezzo a persone omosessuali viene reso motivo per lanciare scansionate accuse di "blasfemia".
Sarà, ma a noi pare molto più blasfemo l'osceno comunicato stampa diramato dall'organizzazione. E non è andata meglio con salcini, il quale parla di «volgarità e mancanza di rispetto. In una parola, uno schifo». Ma anche in quel caso c'è chi potrebbe ritenere allo stesso modo le icone sacre che lui usava come set cinematografico dei i suoi comizi elettorali.
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