È affiliata a provita Onlus la leghista che ha votato contro la prevenzione della violenza sulle donne


La leghista Alessandra Basso è corsa da Jacopo Coghe a riferire che, in quanto firmataria del manifesto integralista stilato dall'organizzazione forzanovista e da Gandolfini, lei è andata in Europa a votare contro la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, nota anche come Convenzione di Istanbul.
Il trattato si propone di prevenire la violenza, favorire la protezione delle vittime ed impedire l'impunità dei colpevoli, ma la signora preferisce sostenere che in quel testo lei ci vedrebbe quella fantomatica «ideologia gender» che l'estrema destra è solita usare per opporsi a molti diritti civili.

La leghista si dice preoccupata al solo pensiero che si possano combattere gli stereotipi, ritenendo inaccettabile che si possa spiegare ai bambini che nessuno ha stabilito il calcio vada riservato ai soli maschi o che la femmina abbaino il dovere di giocare con le bambole. E così è al cospetto di Provita Onlus che la leghista ha dichiarato:

In che modo includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado temi quali “i ruoli di genere non stereotipati", in poche parole l'ideologia gender, potrà mai impedire che una bambina, una ragazza o una donna venga fatta oggetto di violenze fisiche, sessuali, psicologiche o economiche?

Se in realtà pare assurdo sostenere che la bufala "gender" riguardi il contrasto a quegli stereotipi che sono alla base del sessismo e della stragrande maggioranza dei casi di femminicidio, la situazione non pare migliorare quando la leghista ha aggiunto:

Onestamente a una donna violentata, a una bambina infibulata, a una ragazza fatta oggetto di bullismo su internet non credo interessi particolarmente che nelle scuole vengano distribuiti materiali didattici di propaganda Lgbtq. Insegniamo piuttosto il rispetto per gli altri e in particolare per le donne, che ancora subiscono gli effetti di retaggi culturali e sociali di grande arretratezza.

Anche qui la signora pare avere le idee molto confuse. Infatti pare veramente assurdo parli di "retaggi culturali" mentre nega l'esistenza degli stereotipi, quasi non ritenesse che le due cose sono complementari. E sinceramente non si capisce in che modo voglia sostenere che il contrasto al sessismo riguarderebbe le persone lgbt, ovviamente da lei indicate come cittadini che andrebbero disprezzati per partito preso. Eppure, sempre senza spiegare in che modo lei abbia deciso di sostenere che il contrasto alla violenza di genere sarebbe a beneficio dei gay discriminati, conclude:

La Convenzione di Istanbul ha invece perduto lo scopo originario di lotta alla violenza sulle donne per divenire strumento di una strisciante imposizione dell'agenda Lgbtq. E ciò è inaccettabile

Non è chiaro se la signora sappia di cosa stia parlando o se si sia limitata a ripetere a pappagallo gli slogan coniati da Jacopo Coghe, ma chiunque sia in grado id comprendere semplici testi potrà leggere quel testo e comprendere quanto paiano assurde le affermazioni della leghista.
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