Pur di attaccare le donne, Provita Onlus arriva persino a mistificare le parole di Costanza Miriano


L'organizzazione forzanovista Provita Onlus continua a cercare di fare soldi facili raccontando ai propri finanziatori che Jacopo Coghe riuscirà a cancellare il diritto di scelta delle donne e che le costringerà con la forza a fare tutto ciò che lui ordinerà loro.
Per sostenere tale tesi, ha chiamato l'ultra fondamentalista Costanza Miriano. E la signora ha iniziato a lamentarsi che «qualcuno dice che i tempi non sono ancora maturi per un’abolizione della Legge 194» in quel loro dare per scontato he si arriverà a negare i diritti delle donne come in Iran. Ovviamente ha anche parlato degli integralista nei termini di «noi cattolici» in quel loro incessante uso propagandistico della religione, arrivando a sostenere che «sarebbe bello non fossimo soltanto noi cattolici ad occuparci della difesa della vita, specie quando è debole: dovrebbe essere un tema di interesse universale»
Simili parole già pongono dei problemi. Se è opinabile che la signora Miriano confonda l'integralismo col cattolicesimo, il fatto che lei rivendichi imposizioni confessionali all'intera popolazione sembra ricordare gli stati che impongono la Sharia.

Quasi surreale è anche come Jacopo Coghe tenti anche di sostenere che le "femministe" dovrebbero pretendere che i maschi decidano sui loro corpi e impongano leggi che neghino loro ogni diritto di scelta:



In realtà, neppure la Miriano era arrivata a dire cose così assurde. La frase riportata dal loro sito partiva dal meravigliarsi che alle marce di Provita Onlus contro le donne non ci fossero solo uomini:

Non immaginavo la partecipazione femminile alla Manifestazione per la Vita fosse così forte, però, in fondo la cosa non mi stupisce, perché la difesa della vita è scritta nel cuore e nel corpo di ogni donna. Credo, insomma, che i tempi siano maturi per un nuovo femminismo, che tuteli, prima di tutto, il diritto della donna ad accogliere e custodire la vita. In subordine, ci sono i temi della tutela della maternità, del diritto al lavoro, degli assegni familiari, ecc. Sarei contenta, quindi, se si riuscisse a dare un altro colore al femminismo, di modo che non sia più definito “diritto” l’uccisione di un bambino ma, piuttosto, sia riconosciuto come diritto quello di accoglierlo e custodirlo.

Se è nota la loro propensione a usare termini impropri per incitare odio contro le donne che osano prendere decisioni a loro sgradite,
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