Adinolfi usa Bibbiano per invitare i giudici a non credere ai bambini che denunciano abusi


Il fondamentalista Mario Adinolfi dovrebbe imparare a tenere giù le sue mani dai bambini, dato che appare davvero oscena la ferocia con cui cerca di calpestare la dignità dei bambini di Bibbiano pur di cercare facile visibilità. In quello che è in realtà un feroce e violento attacco ai servizi sociali, basato sul suo ritenere che un padre eterosessuale debba poter disporre liberamente dei propri figli anche a costo di impedire interventi in caso di pedofilia o violenze, scrive:



Se davvero gli interessasse qualcosa dei bambini, forse il signor Adinolfi potrebbe "monitorare" anche questo tipo di cose, sulle quali lui preferisce tacere::



Su una televisione che pare offendere la memoria di Giovani Paolo II, il fondamentalista ha sostenuto che non bisognerebbe mai credere alle denunce di abusi sporte dai bambini perché lui ritiene che siano indotte. Ovviamente dice che il Tribunale non avrebbe fatto il suo lavoro, sostenendo che se un bambino racconta di aver abusi bisognerebbe credere alla versione di chi ha compiuto quegli abusi e li nega:


Ben presto dice che quando Fratelli d'Italia usava lo slogan "Parlateci di Bibbiano" accostato alla sigla PD, quello fosse il mondo «cattolico» che denunciava «il mondo lgbt che si è oggettivamente fatto ideologia», chiarendo che il suo fine è quello di usare il caso per attaccare le persone lgbt a fronte di una singola coppia lesbica coinvolta tra tante eterosessuali.
Adinolfi sostiene anche che gli imputati dovrebbero essere ritenuti colpevoli senza bisogno di processo, inventandosi che loro punterebbero alla preiscrizione. In un orribile esempio personale, Adinolfi tenta di sostenere che che se in ospedale verranno riscontrati segno di abuso sulle sue figlie, lui vuole che i giudici credano a lui e non ai racconti di sua figlia.
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