Gandolfini usa femminicidio di Giulia Tramontano per chiedere un divieto all'aborto


Massimo Gandolfini sostiene che Giorgia Meloni dovrebbe eliminare il diritto di scelta delle donne e punire l'aborto come se fosse «omicidio». Lo scrive sui soliti giornaletti di propaganda della destra populista, sfruttando il femminicidio di Giulia Teamontano ad uso della propaganda delle lobby che ostacolano ogni iniziativa provi a sfidate la loro difesa del sessismo.



Insomma, una donna viene uccisa da un uomo e Gandolfini ne deduce che bisognerebbe togliere diritti alle donne.

E a romanzare la storia è stato anche il nuovo Tg1 meloniano. Se dai verbali di Chiara Tramontano abbiamo appreso che la sorella Giulia, massacrata dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, a gennaio “stava pensando di abortire in quanto era incinta di Alessandro. Decidevo quindi di aiutare Giulia nel suo intento ma, avendo superato il novantaseiesimo giorno di gravidanza, non le era possibile abortire”, il Tg1 di Chiocci ha confezionato un servizio a firma di Maria D’Elia in cui si diceva che la donna ha “inizialmente aveva anche pensato di abortire, scacciando subito quel pensiero”.
Insomma, al posto di dire che il problema erano il termine scaduto: la cronista ha preferito raccontare la versione propagandistica dei no-choice pur di non dire che l’aborto resta sempre un’opzione per le donne. Sia mai che la verità non sarebbe risultata gradita alla ministra Roccella!

Dal 2019 Gandolfini si è offerto di usare la sua organizzazione anti-gay a sostegno dei candidati di Fratelli d'Italia, evidentemente confidando che Giorgia Meloloni lo aiuti a portare avanti la sua agenda contro i diritti dei gay, i diritti delle donne e i diritti di bambini a cui lui vorrebbe negare una sana educazione al rispetto.
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