Attilio Negrini minaccia Gayburg: «Tieni la bocca chiusa, finisci male»


Il fondamentalista Attilio Negrini è tornato a diffamarci. Tra i soliti insulti diffamatori che è solito elargirci e la citazione di nomi falsi che sono già oggetto di indagine da parte delle Procure, oggi ci minaccia dicendo che ci farà "finire male".
Il suo negare che quella minaccia sia una minaccia non pare sminuire la gravità della minaccia, ancor più se lui ci accusa di ritenere "diffamanti" le fotografie che lo ritraggono sui palchi di Mario Adinolfi, Costanza Miriano e Povia durante eventi pubblici.

Avvezzo all'insulto gratuito, sostiene che noi scriveremmo "minchiate", che saremmo "ignoranti" e che negheremmo che i vaccini anti-covid non sarebbero vaccini perché lo dice lui. Ci definisce "frustrati", "detrattori" e sostiene che vivremmo "di menzogna". Ci definisce anche "sconfitti" e "miserabili" che starebbero nel "fango". Tra i commenti dice anche anche che noi saremmo "al servizio del demonio". Chissà, forse dovremmo chiedere all'avvocato se tali frasi simili costituiscono un reato penale di diffamazione aggravata:



A differmarci arriva anche il solito professor Mora, il quale ci definisce "caso umano" in quello che parrebbe un altro reato di diffamazione aggravata. Ed è interessante osservare come loro preferiscano gli insulti alle idee, ritenendo che insultare e diffamare debba essere la loro risposta a chi contesta le loro parole:





Al signor Negrini possiamo assicurare che le sue parole non ci fanno "incazzare", dato che semmai a preoccuparci dovrebbe essere la remota ipotesi che lui possa darci ragione. Quindi stia sereno, i suoi insulti sono medaglie.

Riguardo al resto, lui stesso ammetteva di usare i social network per attaccare chiunque non aderisse al loro pensiero unico:



Se lui stesso dichiara di aver trascorso il suo tempo a lanciare attacchi compulsivi contro gli altri, come può poi sostenere sarebbe diffamatorio affermare che lui abbia attaccato quei gruppi visto che lui stesso ammette di averli attaccati? Chissà...
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