Il pastore Carollo usa la bimba morta per attaccare i social che contrastano i discorsi d'odio


Il pastore evangelico Luigi Carollo, noto per i suoi incessanti attacchi alle persone lgbt, iniziò ad essere promosso dalle organizzazioni forzanoviste quando usò la figlia per scrivere messaggi a sostegno dei reati d'odio sul corpo della minore. Tanto gli fruttò anche un'apparizione televisiva nei programmi populisti di Rete 4.
Oggi lo ritroviamo impegnato ad abusare del cadavere di una bimba morta in un incidente stradale per lamentarsi di chiese ai social la tutela di quella minore che lui aveva usato per mera propaganda, peraltro senza manco oscurarne il volto:



Pare difficile commentare chi usa una tragedia per lanciare invettive contro un'intera generazione, ancor più se l'indignazione viene messa a frutto per attaccare quei social che osano contrastare l'incitamento all'odio.
Dato che il pastore ha scritto di tutto contro i gay, non si comprende cosa volesse scrivere di ancora più feroce dato che accusa i social di "bannare post che ritenere discriminatori perché non si rivede il conformismo alle cose che tutti vorrebbero essere, dire e fare". E nessuno lo ha bannato, dato che che è sempre dal medesimo profilo che accusa qualcuno di averlo attaccato per aver detto "mamma e papà" a fronte di perplessità che riguardavano principalmente quel "no ddl Zan" che lui aveva scritto sul corpo della minore.
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