Era cristiano l'attentatore di Annecy, ma il pastore Carollo sostiene che Allah renderebbe «immondizia»


L'uomo che in Francia ha aggredito con un coltello diverse persone in un parco vicino al lago di Annecy, in Alta Savoia, portava una croce cristiana al collo e si è dichiarato "cristiano di Siria". Durante l'aggressione, ha ripetutamente urlato "In nome di Gesù" mentre colpiva le sue vittime.

Forse arrabbiato perché l'aggressore non era islamico e quindi non può essere usato per fomentare odio religioso, il pastore evangelico Luigi Carollo si è messo ad urlare che lui vuole si dica che avesse un altro Dio. E non pare difficile immaginare voglia lasciar intendere che l'aggressore debba essere ritenuto islamico, nonostante fosse cristiano e professasse religione cristiana perché cresciuto in una comunità cristiana in Siria.
Naturalmente non dice neppure che quello fosse un papà maschio sposato con una donna femmina che aveva un figlio, dato che poi gli sarebbe toccato ammettere che l'eterosessualità non renda genitori migliori come lui ama sostenere. E neppure dice che non veniva dalla Siria ma dalla Svezia, dove il neofascismo è in cresita.

In una feroce invettiva affidata a Facebook, l'evangelico pare voler sostenere Allah renderebbe «immondizia» e che lui vuole sia nominato durante gli attentati. Se il cristiano uccide qualcuno, deve nominare Allah così la Sabaoth Church potrò dire che gli islamici sono spazzatura.
Ovviamente ritiene anche che il Dio degli altri vada scritto in minuscolo, dato che non merita quel rispetto che lui pretende per il Dio che lui nomina invano ogni volta che promuove omofobia nel none di Gesù o invita i genitori omofobi a infliggere sadiche sofferenze ai figli gay. E dato che ogni buon leghista parrebbe credersi un giustiziere alla Trani, il pastore pare sostenere che lui avrebbe saputo reagire. Curioso è anche paia voler usare il termine "battezzare" come sinonimo di uccidere.



Sarebbe stato interessante vedere una simile indignazione quando i vengono pizzicati i vari preti pedofili o gli insegnanti di religione che molestavano studenti. Ma evidentemente non erano utili a chi strumentalizza solo i fatto che riguardano gli stranieri.
Quindi, a quanto pare, il pastore Carollo afferma che lui si sentirebbe offeso nel suo credo religioso da chi osa sostenere che Gesù non odierebbe i gay e che parteciperebbe ai Pride al posto di odiare interi gruppi sociali, ma poi veicola l'idea che la religione mussulmana renderebbe immondizia. Quindi l'impressione è che il suo problema non sia tanto il responsabile del crimine, ma una religione che lui attacca per partito preso.

Dopo il suo attacco all'Islam, il pastore evangelico passa alle teorie del complotto. Sostenendo di vedere «satanismo» nell’Organizzazione mondiale della sanità, scrive:





Per capire di cosa stia parlando, dobbiamo tornare al 5 giugno 2023. In quella giornata, Stella Kyriakides, commissaria europea per la Salute, e il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, hanno firmato un accordo amministrativo e una lettera di intenti presso la sede dell'Organizzazione a Ginevra, che sancisce l’adozione del sistema di certificazione vaccinale dell’Unione europea, conosciuto in Italia come green pass, da parte dell’Oms.
Questo non significa che verrà imposto un nuovo green pass gestito dall’Oms, ma che l’Organizzazione adotterà il quadro tecnico e normativo di riferimento usato dall’Unione europea, per migliorare la circolazione dei dati sanitari secondo standard condivisi. In pratica, un libretto sanitario elettronico come quello già in uso dalle Aziende sanitarie locali italiane, ma accessibile anche nel resto del mondo.
In sostanza, se ci si farà male in Germania o in Australia, i sanitari avranno accesso ai dato a cui avrebbero avuto accesso solo le strutture ospedaliere italiane. I medici potranno ad esempio sapere se il paziente è vaccinato contro il tetano.
L'Oms non avrà accesso ad alcuna informazione sanitaria personale, ma manterrà solamente il controllo sulla lista delle chiavi pubbliche usate per verificare l’autenticità di questi documenti, la cui gestione resta affidata ai singoli stati.
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