Leopardi era gay?


Ricorre oggi il 225esimo anniversario dalla nascita di Giacomo Leopardi. Tra i più celebri scrittori italiani, è stato più volte al centro di disquisizioni sulla sua sessualità.
Nel 2002, il Centro Studi leopardiani di Recanati arrivò a minacciare denunce contro chiunque avesse sostenuto che Leopardi potesse essere gay, sostenendo che Leopardi fosse omofobo quasi lo ritenessero un vanto. Tutto era iniziato con il ritrovamento, da parte della Guardia di Finanz, della 39ma lettera che il poeta recanatese scrisse ad Antonio Ranieri l’11 dicembre 1832, dichiarandogli il suo amore.

Leopardi conobbe Antonio Ranieri a Firenze nel 1827. Studente ventunenne di Napoli, venne descritto come «giovanissimo, bellissimo, aitante della persona» con «quell'ardor giovanile dell'animo che tanto piace al bel sesso».
Nel 1830 la frequentazione si fece assidua, e nell'inverno 1831/32 i due trascorsero cinque mesi a Roma. Ufficialmente Ranieri si sarebbe dovuto occupare della salute del Leopardi, ma più verosimile è che volesse star vicino all'attrice Maria Maddalena Pelzet per cui smaniava anche se sposata.
Quando nel 1833 Ranieri tornò a Napoli dalla famiglia, che versava in condizioni finanziarie disastrose, Leopardi gli scrisse da Firenze frequenti lettere d'amore. Parlando ci come il loro rapporto scatenasse "derisioni" da parte della genre, Leopardi scrisse:

Povero Ranieri mio! Se gli uomini ti deridono per mia cagione, mi consola almeno che certamente deridono per tua cagione anche me, che sempre a tuo riguardo mi sono mostrato e mostrerò più che bambino. Il mondo ride sempre di quelle cose che, se non ridesse, sarebbe costretto ad ammirare; e biasima sempre, come la volpe, quelle che invidia.
Oh Ranieri mio! Quando ti ricupererò? Finché non avrò ottenuto questo immenso bene, starò tremando che la cosa non possa esser vera. Addio, anima mia, con tutte le forze del mio spirito. Addio infinite volte. Non ti stancare di amarmi.

E quando infine Ranieri propose a Leopardi di vivere insieme a Firenze, lui gli rispose:

Ranieri mio. Ti troverà questa [lettera] ancora a Napoli? Ti avviso ch'io non posso più vivere senza te, che mi ha preso un'impazienza morbosa di rivederti, e che mi par certo che se tu tardi anche un poco, io morrò di malinconia prima di averti avuto. Addio addio.

Ovviamente è bene ricordare che nell'Ottocento l'amicizia si esprimeva in termini molto più calorosi rispetto ai giorni nostri, ma in alcuni casi pare si fosse andati oltre anche alle consuetudini dell'epoca. Lo stesso Ranieri rivelò da dove nascessero "scandalo" e derisione da parte della gente: «io, lasciatone il mio antico letto, dormiva in una camera non mia, per dormire accanto a lui», scrisse dopo essere andato a vivere con leopardi a Napoli nel 1833.

A rilanciare l'ipotesi che Leopardi potesse essere gay è anche un volume di Franco Buffoni, dal titolo "Silvia è un anagramma" (Marcos y Marcos, 2020) in cui vengono ravvisati una serie di indizi che dimostrerebbero la sua omosessualità. Ed anche la sessuologa Giuliana Proietti ha dichiarato: «Un Leopardi gay potrebbe spiegare molto di più le sue angosce, il suo pessimismo, gli strali contro la natura matrigna, che ci impone il desiderio, ma che poi ci impedisce di soddisfarlo».
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