Libero augura la chiusura ai programmi sgraditi alla Roccella


Davanti all’attacco del Governo Meloni alla libera informazione, i quotidiani filo-governativi paiono cercare di offrire il loro contributo insultando e screditando chiunque non professi la religione meloniana.

Ad esempio, Libero attacca Propaganda Live dopo che la trasmissione è stata attaccata dalla loro ministra Eugenia Roccella:



Nell'articolo si legge:

La satira diverte, ma se diventa conformismo, luogo comune, solita roba, inevitabilmente cambi canale. Sarà il loro prossimo destino. Sono arrivati addirittura a masticare amaro, scatenando i loro follower in rete, persino per un titolo di Libero. L’intervista ad Eugenia Roccella, la ministra che non si fa intimidire dal rossume acculturato, li ha definiti grossomodo circolo dell'amichettismo dei compagni e li ha stroncati.

Precisata l'accusa di lesa maestà alla loro Roccella, attaccano i loro servizi sugli alluvionati con accuse del tutto immotivate:

C'è da giurare che Pino Insegno diventerà un bersaglio fisso per quelli di Propaganda Live. Se sono riusciti a fare spettacolo – abbastanza volgare – persino sull'alluvione in Romagna, figurarsi che cosa combineranno ad un artista che la pagnotta se l'è sempre guadagnata senza aiutini.

Forse quelli di Libero non si sono accorto che Pino Insegno sia un amico della Meloni e abbia ottenuto un posto fisso come il cognato della Meloni.

Palesano poi che loro si sentono legittimati a dire che qualcuno "avrebbe stancato" perché a loro sta sulle scatole e loro preferiscono Porro e Giordano, augurano ogni male a Diego Bianchi:

Per fortuna non stanno in Rai e in fondo sono affari di Urbano Cairo che li deve mantenere. Almeno le loro spettanze non devono chiederle a noi. Dipendono dalla pubblicità che incamerano e pare che dalle parti del cassiere della tv ci sia più di una preoccupazione. Probabilmente hanno compreso quale sarà il loro problema e dovranno trovare una strada nuova: perché ormai hanno troppa concorrenza rossa in casa, per poter resistere all'Auditel.

In pratica non esiste alcuna notizia, solo invettive contro chi non osanna la Meloni e i suoi ministri. E forse non è un caso abbiano deciso difarlo dopo che la Roccella ha invocato la necessità di "liberarsi" del programma di Diego Bianchi:



Quindi Libero vuole che Cairo censuri ciò chenon piace ai membri dei partiti sgraditi alla destra?
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