L'ossessione di Provita Onlus per la Disney


È il solito Giuliano Guzzo, autore di alcuni libri anti-gay e firma del giornale di Maurizio Belpietro, a firmare l'ennesimo articolo con cui l'organizzazione forzanovista Provita Onlus cerca di spaventare gli omofobi per incitarli al boicottaggio di chi non discrimina:



In quella loro abitudine a parlare a nome delle famiglie nonostante nessuna famiglia abbaia mai deciso che Jacopo Coghe sarebbe il loro leader, è partendo dal loro sostenere che chi non discrimina verrebbe boicottato che scrivono:

La strategia Lgbt non paga. Anzi. E’ controproducente perché il massiccio e martellante indottrinamento arcobaleno porta famiglie, genitori e in generale utenti (ma anche i dipendenti) a “scappare” da chi si rendere protagonista di tale ideologia, finendo quindi per mettere a rischio la stessa vita di determinate aziende. Lo sa bene la Disney, il colosso dell’intrattenimento per bambini, che ormai da anni è sempre più Lgbt ma ora sta vivendo, fortunatamente, una stagione di costanti flop, boicottaggi, licenziamenti e critiche di massa.

Senza spiegare che cosa dovrebbe essere quella fantomatica "propaganda gender" che loro usano per istillare paura negli intolleranti, proseguono:

Fortunatamente? Beh, forse la fortuna e il caso c’entrano poco. Non è una coincidenza, infatti, perché si può a ragione dire come sia tutto merito di genitori e famiglie e di chi (dipendenti o semplici utenti) si discosta da certi diktat Lgbtqia+. Tanto in Italia quanto all’estero, infatti, le famiglie sembrano evidentemente stufe di prestare il fianco alla propaganda gender ed esporre i loro figli a questo martellamento mediatico.

Chissà in quale mondo parallelo vivono se dicono di vedere imprecisati martellamenti che offenderebbero le loro convinzioni suprematiste. Ma Guizzo non lo spiega, preferendo ripetere sempre la stessa frase, quasi sperasse che ripetendola sino alla nausea qualcuno possa persino credergli:

Quella della Disney è una crisi confermata non solo, appunto, dall’allontanamento di famiglie, genitori e utenti, ma che emerge inesorabile anche dai bilanci e dalle grandi perdite in termini economici. Ulteriore prova, dunque, che le istanze “progressiste”, woke e pro gender non pagano e anzi fanno andare addirittura in perdita

La loro teoria si basa però solo sulle loro speculazioni riguardo alle dimissioni presentate da Latondra Newton, che loro accusano di non dare rappresentazione ai soli bianchi eterosessuali:

Stiamo parlando della Sirenetta e di Elemental, che ha messo a segno il peggior esordio al botteghino nella storia di casa Pixar. Entrambi, c’è da notare, erano e sono due prodotti fortemente ideologizzati e politicizzati in chiave progressista: nel primo, per la protagonista è stata scelta un’attrice di colore – cosa che ha scatenato da subito forti polemiche - nel secondo c’è il primo personaggio non binario all'interno di un film Disney Pixar.

Se loro sono convinti che la gente non andrebbe a vedere i film solo perché ha schifo delle persone di colore, attendiamo con ansia il prossimo articolo in cui insulteranno chi osa parlare di razzismo.

Guzzo sostiene poi:

Ma in realtà anche prima la produzione disneiana, come ho raccontato nel mio libro Propagande - segreti e peccati dei mass media (2017), era segnata da un tratto abbastanza caratteristico: l’assenza o la morte delle due figure genitoriali del protagonista, mamma e papà. Una cosa che, beninteso, può avere varie spiegazioni (inclusa quella del mero espediente narrativo, per favorire una crescita attraverso le difficoltà dei personaggi), ma che non può indubbiamente non suggerire una riflessione.

Come no? Infatti tutti ricordano i genitori di Qui Quo e Qua. Peccato che Paperino fosse lo zio, e anche Tio e Tap non erano figli di Topolino. Ma Guzzo preferisce fare confusione, citando fattoi praticamente a caso:

Ciò nonostante, c’è da escludere che nel breve periodo Disney – che peraltro ha sponsorizzato anche il recente Roma Pride - possa fare autocritica e smettere di fare politica attraverso i cartoon. E questo perché una volta presa una strada ideologica così potente come quella pro Lgbt essa non è affatto semplice da abbandonare, se non si vuole passare per “omofobi”, per “transfobici” o comunque per intolleranti.

Chissà come si possa essere "pro lgbt" dato che quella è una caratteristica naturale. Teorizzerà anche i pro-mancini o i pro-biondi, sostenendo che il maschio di destra possa dirsi contrario alla loro esistenza?
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