Pillon torn ain televisione a diffamare i partecipanti ai Pride


Dopo aver incassato due sconfitte in Cassazione mentre tentava di difendere la diffamazione aggravata della pregiudicata Silvana De Mari contro i gay, l'ex senatore leghista Simone Pillon continua ad andare il televisione a diffamare chi partecipa ai Pride.
Con la sua consueta arroganza e prepotenza, sostiene che avrebbe ha stabilito che i gay canterebbero Bella Ciao, ossia il canto antifascista che tanto irrita i fascisti. E se non si capisce quale sarebbe il problema id intonare canti anti-fascisti in una Repubblica nata dall'anti-fascismo, pare altresì evidente che Pillon non sappia di cosa parla dato che generalmente ai Pride è più probabile sentire le note di Ambra Angiolini.
Non contento, si inventa che i gay chiederebbero che "la destra sia messa fuori legge" o che esporrebbero "simboli anticristiani". Insomma, racconta un mondo che non è reale confidando che il suo pubblico non abbia mai visto un Pride come probabilmente non ha mai fatto neppure lui. Naturalemnte ha da ridire anche sul fatto che i gay attaccherebbero "il governo Meloni", forse ignaro che non siamo in un regime e che è ancora libero manifestar eil proprio pensiero verso una signora che sta facendo dell'omofobia la sua bandiera.

Citando la peggior propaganda populista, dice ai suoi proseliti che lui ha stabilito che i Prode sarebbero "manifestazioni politiche di sinistra" e "manifestazioni del pensiero unico liberal e radical chic":



Se è quasi comico che a lanciare accuse di "pensiero unico" sia un tale che vuole imporre per legge il suo pensiero unico sulla famiglia, surreale è quanta falsità alberghi nelle sue parole. E tutto questo urando che il gay di destra è ben felice che si dica che i figli vanno riservati a Jacopo Coghe, Massimo Gandolfini o Mario Adinolfi in quanto amatori di donne che ostentano le loro preferenze sessuali.
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