Prima gli insulti poi le botte: ennesima aggressione omofoba a Roma


Prima gli hanno urlato contro «fr*cio», e «ricchi*ne», poi lo hanno aggredito a calci e pugni di fronte a decine di persone che si son ben guardate dall'intervenire. I fatti sono avvenuti a Roma, nei pressi della stazione della metropolitana di Piramide. La vittima è Massimo Arcangeli, linguista e attivista da sempre in prima linea nel contrasto alle discriminazioni di genere. Nel 2017 fu lui a denunciare il proprietario di una guest house di Ricadi, in Calabria, che non accettava né gay né animali. E prontamente Mario Adinolfi prese le difese dell'omofobo.
«Ne ho viste tante in vita mia, ma vivere quello che mi è accaduto è un’altra cosa. Una violenza così inaudita non credo di averla mai subita in tutta la mia vita -racconta Arcangeli- Nel percorso incrocio una persona, che non avevo mai visto. È alto un metro e novanta, sulla quarantina, e tiene per la mano un bambino di dieci anni circa. Mi guarda fisso e come mi supera inizia a gridare con voce alta frocio e ricchione». Arcangeli cerca capire il motivo degli insulti, ma scatta l'aggerssione: «Mentre ci trovavamo all’altezza dei binari del trenino mi ha dato un calcio secco all’altezza sul torace. Per come ha colpito sembrava un fighter». Arcangeli sale a bordo del treno per non perdere di vista l’uomo. Il suo obiettivo è fare in modo che possa essere identificato dalla polizia. «Mentre cercavo di salire mi ha dato un pugno, spaccandomi il libro. Poi si è allontanato dentro il vagone. L’ho seguito e nessuno è intervenuto. Solo una persona, che però mi ha detto che se il treno avesse fatto ritardo se la sarebbe presa con me».
Arcangeli si è recato al commissariato di San Lorenzo per sporgere denuncia.
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