I messaggi in cui il proprietario "cristiano" della Casa vacanze Ciufo chiedeva la fucilare dei gay


Continuano ad emergere notizie inquietanti riguardo al proprietario della "Casa vacanze Ciufo" di Santa Maria di Ricadi, la struttura tristemente finita alla ribalta delle cronache dopo che il proprietario ha comunicato ad una coppia di ragazzi che lui non accettava «gay e animali».
L'Huffington Post segnala che il proprietario della struttura è Filippo Mondella, 44 anni, è stato coinvolto in un'inchiesta di 'ndrangheta relativo al reato di intestazione fittizia di beni. per lui il pm Marisa Manzini aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione ma l'uomo non è mai stato giudicato perché il 17 febbraio scorso il Tribunale collegiale di Vibo Valentia ha dichiarato prescritto il reato.

Ma c'è dell'altro. Il sedicente cristiano che Mario Adinolfi sta difendendo a spada tratta risulta anche l'autore di una serie di inquietanti messaggi pubblicati sui social network.
Troviamo ad esempio un messaggio in cui esprimere ammirazione per Trumnp e per la sua scelta di non organizzare la tradizionale cena per la fine del Ramadan, quasi a sottolineare come dica di esigere "rispetto" per il suo presunto credo religioso mentre è in prima fila nel promuovere la discriminazione delle credenze altrui. Lo troviamo anche a tifare per Le Pen in Francia o pronto a linkare il sito di estrema destra Primato Nazionale (proprietario del gruppo d'odio "No ai matrimoni gay in Italia") nel suo dirsi preoccupato perché un eterosessuale non può esporre alla finestra striscioni inneggianti «alla figa» se spera di offendere i partecipanti al pride (anche se ad essere offesa è solo l'intelligenza umana).
Ovviamente ripete ossessivamente il suo apprezzamento per Putin, arrivando a spergiurare che «la vera civiltà» sia quella proposta dalle leggi anti-gay di Putin volte a reprimere qualunque possibilità di reprimere pubblicamente una sessualità che non sia rivolta al sesso opposto.

Ancor più grave è come 13 giugno scorso commentò la notizia di una famiglia poliamorosa della Colombia scrivendo: «Bene! Adesso ditemi che sono "omofobo", ma a breve non ci sarà più la famiglia... ci sarà l'ammucchiata. Fucilazione subito!». Ed anche tra i commenti lo troviamo per altre tre volte pronto chiedere la «fucilazione» di quei tre ragazzi gay. In un messaggio aggiunge: «Nessuno vieta a nessuno di avere rapporti dello dello stesso sesso (contenti loro) ma lasciamo in pace la famiglia e i bambini. Per favore».
A dargli corda giunge una tale Anna Maria, una donna che dichiara di lavorare come insegnante e che risulta capace di scrivere: «Non si tratta di omofobia. Dicono che ogni uomo deve essere libero di fare le proprie scelte, ma, quando queste sono frutto disturbi psichici, bisogna intervenire con determinazione, per evitare esempi scellerati».

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