Secondo Libero, le drag costituirebbero «sfregio» all'Inno
Da quando Eugenia Roccella ha attaccato Propaganda Live, Libero sta pubblicando una serie di articoli volti a denigrare e offendere il programma di Diego Bianchi. Evidentemente consapevoli che i loro lettori sono omofobi, tentano di sostenere che a due artiste drag andrebbe vietato di poter cantare l'inno nazionale:
In quella loro abitudine a sostenere che le loro polemiche andrebbero ritenute condivise, scrivono:
Piovono critiche su Propaganda Live. Nella puntata del 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica, Diego Bianchi affida a due drag queen la sigla iniziale, niente di meno dell'Inno nazionale. La trasmissione di La7, infatti, si apre con le Karma B, duo di drag queen, che si esibiscono in abito tricolore.
Chissà se le presunte critiche giungono da quelli che usano il Tricolore come simbolo neofascista, fatto sta che i "signori" di Libero dicono che la condanna definitiva sarebbe giunto da due presunti e identificati utenti di Twitter:
E infatti a stretto giro il programma amato dalla sinistra è finito nell'occhio del ciclone. A criticarlo proprio i suoi fedelissimi telespettatori. "Vi amo però ci sono dei limiti che non possono essere superati. Inno e Tricolore in un giorno come questo non dovrebbero essere trattati così. Non è una questione di interpreti perché l'inizio era tollerabile, magari non da tutti, poteva 'starci', il seguito no. Con affetto", è uno dei commenti arrivati su Twitter:
"Satira o cattivo gusto?", chiede un altro, mentre un utente ci va giù più pesante: "Il peggior inizio che propaganda live potesse fare… avanspettacolo da ventennio. La destra non si batte così, si agevola".
Dovessimo usare a loro logica, potremmo osservare quanti utenti Twitter ritengono che Libero sia initile anche come carta igienica. Inoltre è inaccettabile dicano che a rappresentare "villipendio" sarebbe l'identità e non i gesti, come i Tricolori bruciati da certi leghisti, un Salvini che diceva di non riconoscersi nell'Inno di Mameli o i leghisti scre esponevano striscioni come questo:
Libero difese anche un Salvini che fece ballare l'Inno di Mameli a cubiste seminude mentre lui ricopriva incarichi istituzionali:
E non protestarono quando i leghisti uscivano dall'Aula a sfregio dell'inno:
Ironizzano le vittime dell'attacco di Libero: