Caso La Russa, Bocchino contro la vittima del presunto stupro: «È è vittima di una situazione in cui si è trovata per sua scelta»


Italo Bocchino, ex parlamentare del Pdl e direttore editoriale del Secolo d’Italia, si è erto a difensore d'ufficio del figlio del presidente del Senato. Dgli studi di La7, ha dichiarato: «Qui abbiamo due vittime, una verità da scoprire e un personaggio in cerca d’autore. La prima vittima è sicuramente La Russa junior, perché è sbattuto in prima pagina su tutti i giornali da quattro giorni e colpevolizzato, senza che la magistratura si sia ancora espressa. La ragazza è una vittima almeno nella condizione in cui si è trovata quella sera precedentemente all’incontro con La Russa».
Intento a sostenere che il presunto stupro sarebbe un fatto marginale, ha poi aggiunto: «Se sapessi che mia figlia si trova all’1 di notte in discoteca e che ha pippato due volte cocaina, ha fumato cannabis, ha bevuto cocktail, ha preso 3 psicofarmaci…».

Tra Facci, Porro ed editorialisti di Libero, pare che la destra non paia capire che violentare una ragazza è grave. Assumere droghe è invece un fatto privato, ma l'eventualità che qualcuno ne abbia approfittato per praticare sesso non consensuale è un'aggravante, non un motivo di assoluzione.

Eppure Bocchino ha insistito: «Io non sto colpevolizzando la ragazza. Sto dicendo che è vittima di una situazione in cui si è trovata per sua scelta». E se in studio gli e stato fatto notare che lui stava colpevolizzando la vittima, il direttore del quotidiano di destra ha iniziato dure che la ragazza avrebbe presentato denuncia dopo 42 giorni dall’episodio perché «i 42 giorni di ritardo, io non vorrei che fossero serviti a far passare il tempo per far perdere un po’ di tracce dalle immagini delle telecamere di sorveglianza».
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