La Porta torna a citare a sproposito il ddl Zan sostenendo che i leghisti non avrebbero potuto insultare miss Olanda


Il leghista Giorgio La Porta sostiene che tanti leghisti avrebbero condiviso l'odio di quel suo abominevole articolo in cui praticamente li invitava a ritenere che le donne transgender andrebbero ritenute un «abominio». Un termine volutamente violento con cui l'europarlamentare leghista pare voler strizzare l'occhio alle peggior teorie suprematiste del secolo scorso.
Se è probabile lui sappia bene che rischierebbe una denuncia penale chi dovesse pubblicamente affermare che Giorgio La Porta è un abominio, lui si vanta di come Pillon lo abbia dispensato dal rispetto di quel principio quando è lui a diffamare interi gruppi sociali anziché singoli soggetti giuridici.

Quindi, sostenendo che l'elettore omofobo dovrebbe ringraziare la Lega per il loro impegno nella legittimizzazione dell'odio, il leghista cita a caso il ddl Zan dicendosi felice perché i violenti non rischieranno aggravanti in caso di reati dettati dall'odio:



In realtà nessuno vuole applasi, ma neppure insulti gratuiti che offendono l'articolo 3 della Costituzione. Infatti non pare che i suoi proseliti esprimano opinioni, visto che persino un leghista potrebbe arrivare a capire che qella gente sta solo insultando gratuitamente qualcuno:



Apprendimento però che la priorità politica della Lega è quella di invitare i leghisti a diffamare miss Olanda in quanto non ritenuta conforme al modello di ragazzina che potrebbe solleticare la libido di Salvini.
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