"Normalità" di Lucy Mantha


Sarà presentato live, il 15 luglio al Pride di Belluno, il video del primo singolo da solista della cantante padovana Lucy Mantha.
Pubblicato dall'etichetta del Piotta, il brano si intitola "Normalità" ed è stato scritto a quattro mani con il sound designer Mauro Fiorin. La produzione e direzione artistica del brano è stata affidata a Giovanni La Tosa (tra i produttori della colonna sonora di "Loveclub"), da sempre attento alle novità più interessanti dell'attuale panorama dell'elettronica indie. Non a caso, il brano è stato pubblicato lo scorso 23 giugno da "Go Go Dance", neonata sub-label dedicata alla musica elettronica de La Grande Onda, nota etichetta fondata dal rapper e produttore Piotta.
Di "Normalità" sono usciti in accompagnamento anche importanti remix: uno realizzato dalla produttrice e DJ di musica techno, Suit Kei, e l'altro dalle provocatorie Playgirls from Caracas, un duo leccese con base a Roma noto per aver remixato "House of Keta", il brano di Populous feat M¥SS KETA. Il singolo, inoltre, verrà presentato live sabato 15 luglio nell'ambito del primo Pride della storia di Belluno.
Diretto dallo stesso Fiorin in collaborazione per la post produzione con Mirko Tonini, il videoclip vanta la straordinaria partecipazione del truccatore teatrale, Riccardo De Agostini, lo stesso make-up artist che ha curato l’immagine di Drusilla Foer per il Festival di Sanremo- Il carattere minimalista della clip mira a valorizzare una visione estetica ambivalente, che rappresenta due aspetti della personalità umana, uno più conformante, l'altro pulsionale.
«Viviamo in una società capovolta -dichiara Lucy Mantha- dove i sentimenti si nascondono e la superficialità si ostenta; nella vita privata mi sono trovata più volte a contrastarmi con questa realtà ed è il motivo che mi ha spinto a scrivere il testo di Normalità. Sentivo, infatti, l'urgenza di toccare problematiche come ansia, bullismo ed emarginazione; col brano provo anche a denunciare l'affannosa e generalizzata rincorsa ad un'immagine di noi stessi, che diamo in pasto ai social ma che in realtà si discosta di molto dalla vita vera, e che ci fa perdere di vista i nostri reali bisogni, portando la società a sprofondare in un vuoto superficiale e di solitaria individualità, seppur "condivisa"».

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