Pillon esulta per il ritiro del patrocinio al Lazio Pride: «Contrario a leggi e a valori cristiani»


L'ex senatore leghista Simone Pillon pare un po' confuso mentre sostiene che una sindaca di Fratelli d'Italia che cede alle pressioni dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus starebbe agendo a furor di popolo. Tutto felice perché la destra omofoba ha revocato il suo patrocinio al Lazio Pride, il leghista si inventa che libertà di espressione costituirebbe reato e che si debbano discriminare gli studenti rans nelle scuole perché il rispetto è da "sinistrati" e loro vogliono essere una destra per che spaccia per fantomatici "valori cristiani" la discriminazione e il razzismo:



Ovviamente è falso che qualcuno voglia "cambiare il sesso ai minorenni" o che l'omofobia rappresenti "buon senso", ma lui dice che chi non odia non avrebbe "riferimenti valoriali".

Tra i commenti, l'elettore medio di Pillon dimostra di non sapere di cosa stiano parlando, inventandosi imprecisati finanziamenti pubnlici:





A questo punto, potremmo anche noi osservare che i loro figli potrebbero mantenerseli da soli al posto di pretendere fondi statali a spese delle persone che Pillon chiede siano discriminate.

Naturalmente non mancano insulti gratuiti e curiose teorie su come la parità di diritti sarebbe un "privilegio":



Tipo il noto "privilegio" di poter affittare casa come fanno gli etero:



E se la sindaca ha fatto sua la propaganda dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus, gli organizzatori replicano: «La richiesta di Patrocinio è stata inviata in data 29 maggio e non ha seguito nessuna richiesta per mezzo stampa. E il nostro documento politico è pubblico sui nostri canali. Il Lazio Pride non viola le leggi manifestando, ma chiede un avanzamento su diritti, tutele e riconoscimento: le nostre rivendicazioni, da sempre, sono volte a modificare e/o proporre leggi diverse da quelle esistenti. Fin dai tempi in cui la comunità omosessuale era costretta a nascondersi per non essere ridotta al confino. Continueremo a lottare per i nostri figli e per le nostre figlie, al di là del modo in cui sono stati concepiti».
Ovviamente Pillon preferisce urlare che i gay sarebbero illegali, in linea con le politiche leghoste che hanno trasforma i migranti in "clandestini" in quel loro tentativo di criminalizzare l'esistenza altrui.
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