Malan finge di non capire la differenza tra una vignetta e un quotidiano


Il senatore Lucio Malan sostiene che il suo generale Vannacci debba poter dire qualunque cazzata voglia mentre si propone a come rappresentante dell'Esercito, soprattutto se asserisce che i gay sarebbero anormali, che alcune etnie varrebbero meno di altre o che le persone di colore non vadano ritenute eguali. Ma poi urla che bisogna punire la satira se critica la sua Meloni, perché a lui non sta bene.
E se forse potrebbe anche aver ragione nel paragonare i quotidiani di destra a delle pubblicazioni che fanno ridere, si lancia nel paragonare la satira ai titoli editoriali scelti da giornalisti che dovrebbero essere professionisti:



A Malan andrebbe spiegato che c'è una certa differenza tra la battuta di una vignetta e i titoli di giornale scelti da giornalisti professionisti che sostengono di fare un giornale vero. Fosse stato Lercio, nessuno avrebbe detto nulla. Ma un giornalista che definisce "patata bollente" una sindaca è semplicemente uno schifo.
Se a lui quelle offese stanno bene, si capisce perché approvi le oscene ed incostituzionali tesi sostenute dal suo Vannacci...
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