Brambilla, presidente della commissione infanzia: «Il decreto legge sulle baby gang è già una confessione di fallimento»


La destra sostiene che ogni problema vada risolto vietando, punendo, incarcerando e castrando. Al cognato della Meloni non piace la carne coltivata? La vieta. Salvini vede un incidente stradale? Promette che lui aumenterà le pene e imporrà la targa alle biciclette. Stuprano bambine? Si annuncia in televisione un blitz che sarà reso inutile proprio da quell'annuncio.
Il decreto legge sulle baby gang è espressione di quell'ideologia. Davanti ad un problema complesso e di difficile soluzione, si propone il provvedimento più spicciolo e semplice gli venga in mente. Quindi mai cercheranno una visione finalizzata a capire e risolvere i dati strutturali di un problema, ma cercheranno sempre e solo misure che possano essere efficaci, forse, per ottenere un titolo al telegiornale e che in futuro porteranno inevitabilmente al ripetersi del problema, identico a prima.

In quella sua abitudine a sostenere che ogni sua azione sia una dispetto alla sinistra, Matteo Salvini dichiara:

Per qualcuno a sinistra, portare leggi che puniscono i gruppi di ragazzi che stuprano, picchiano e uccidono è un'ingiusta “crociata”. Evidentemente viviamo in due mondi diversi. Avanti con le norme contro babygang e violenti, a tutela della legalità e della sicurezza.

Ma non pare esattamente di "sinistra" quell'onorevole Brambilla di Forza Italia, presidente della commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, che critica la proposta:

Se la riforma delle norme sul bullismo, approvata ieri dalla Camera, diventerà legge, sarà possibile imporre misure rieducative non penali, come l'affidamento ai servizi sociali o il collocamento in comunità, ai minori che manifestino “condotte aggressive, anche in gruppo, anche per via telematica, nei confronti di persone, animali o cose oppure lesive della dignità altrui”.
Sarà possibile anche, prima di arrivare all'applicazione di tali misure, attivare un percorso di mediazione oppure svolgere un progetto di intervento con finalità rieducativa e riparativa, sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali. Lo ricorda l'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, che dà della nuova disciplina, e di questa previsione in particolare, “un giudizio molto positivo”. Infatti, aggiunge, “la strada della repressione attraverso l'inasprimento delle pene è assolutamente quella sbagliata, quella della rieducazione e della prevenzione è giusta”.
“Dallo stupro di Caivano all'uccisione della capretta ad Anagni – sottolinea la parlamentare – vari fatti di cronaca, di diversa gravità, hanno evidenziato anche in giovanissimi una totale mancanza di empatia, una totale insensibilità, che rimandano a gravi lacune educative. Colmarle è compito primario della famiglia e della scuola, ma è bene che lo Stato possa intervenire attraverso i servizi sociali a supporto del minore “irregolare per condotta o per carattere” che faccia violenza a persone o animali. L'intervento in una fase così precoce dello sviluppo e la possibilità di svolgere attività che possano stimolare nel minore sentimenti di rispetto nei confronti degli altri e forme di comunicazione non violente aumentano la probabilità di successo. Educare oggi vuol dire non dover punire domani. E puntare soprattutto sulla punizione è già una confessione di fallimento”.

Ed è indicativo che il governo dica che le proposte del governo stesso sarebbero fallimentari, anche se è probabile che Salvini si farà vanto sui social dell'aver inventato nuovi reati e nuove pene contro i minori.
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