Il pastore evangelico strumentalizza pure il femminicidio di Marisa Leo
Il pastore evangelico Luigi Carollo gestisce una pagina omofoba in cui i suoi proseliti fanno a gara nel mostrargli quanto odio nitrano verso il prossimo. Si divertono a sostenere che Dio odierebbe i gay, che abbia ragione Putin a volerli mettere i carcere, che Valerio Scanu diffonderebbe condilomi o che Cecchi Paone sia un pedofilo. Insomma, parole d'odio che parrebbero sconfinare nel reato penale di diffamazione aggravata e per cui ci auguriamo possano essere denunciati, processati e condannati.
Anche davanti all'ennesimo femminicidio, il pastore non parla id come lui si sia impegnato nel boicottare ogni progetto di educazione al rispetto delle scuole. Non racconta di come lui si sia appellato alla truffa "gender" per negare il contrato alla violenza di genere. Preferisce quattro parole di circostanza, lamentandosi che lui non possa definire "malato" le persone. E qui c'è da temere stia parlando di come lui abbia più volte tentato di sostenere che i gay fossero malati, anche se sarebbe davvero triste stuprare la vittima di un femminicidio per incitare odio contro intere comunità:
Anche il suo amico Elia Roveda fa facile moralismo, scrivendo:
Peccato che Roveda negasse i fattori culturali he si celano dietro il femminicidio, 5risultando autore di articoli in cui sosteneva che "pochi, pochissimi, hanno ricordato che spesse volte i padri sono i bersagli di madri senza scrupoli che usano i figli come armi di ricatto per ottenere questo o quel privilegio nelle aule di giustizia a seguito di separazioni o divorzi":
Il signor Roveda concludeva il suo articolo asserendo:
Storie come questa sono all’ordine del giorno ma il mainstream dell’informazione dedica ore del palinsesto della televisione di Stato a parlare solo e soltanto della violenza contro le donne, del cosiddetto “Codice rosso” e dei femminicidi.
Quando ad essere vittima di vessazioni, aggressioni e molestie è un uomo la cosa passa sotto traccia. Come mai questa disparità di trattamento? Il reato è forse più grave quando esercitato nei confronti di una donna?
Esattamente, quanto uomini conosce che si sono sentiti dire da un prete che San paolo invita la donna a tacere davanti all'uomo? Davvero pensa che esiste una cultura della dominazione femminile sull'uomo? E davvero nega che dietro certe violenze sulle donne ci siano fattori culturali ben diversi da quelli di una donna arrabbiata che litiga in tribunale col l'ex marito?
Anche Carollo omette di rilevare l'unico vero tema: l'uomo responsabile del femminicidio di Marisa Leo era il suo ex compagno, ossia chi aveva promesso di amarla e non sapeva accettare un "no".
Secondo una prima ricostruzione l’uomo avrebbe dato appuntamento all’ex compagna nell’azienda di famiglia, in contrada Farla al confine tra Mazara e Marsala. Lì l’ha uccisa. Poi si è recato su un viadotto all’ingresso di Castellammare del Golfo e si è ucciso.
In che modo quella vicenda dovrebbe portare Carollo a dire che "oggi non si può dire più malato/a ad una persona sennò ti fanno il processo"? E che c'entra il suo essere madre davanti alla violenza di un uomo? E perché Roveda ride del codice rosso?