Il Governo Meloni ha iniziato a reprime il dissenso con la violenza


Il Governo Meloni ha deciso di reprimere il dissenso con la violenza, come prassi dei peggiori regimi dittatoriali.
A Torino, è in occasione della visita della premier di estrema destra che alcuni studenti hanno deciso di manifestare contro il modello di alternanza scuola-lavoro che ha causato la morte di Lorenzo Parelli, ucciso a 18anni da una trave di acciaio nello stabilimento Burimec di Lauzacco. La polizia di Piantedosi li ha caricati e presi a manganellate, mandando cinque ragazzini in ospedale.

Amnesty International condanna le violenze, sottolineando come «durante le manifestazioni del 2 e del 3 ottobre indette a Torino da studenti, movimenti e società civile per esprimere il proprio dissenso nei confronti delle politiche del governo in occasione della visita della presidente del Consiglio, c'è stato l'ennesimo uso della forza illegittimo ed eccessivo da parte delle forze di polizia impiegate in funzioni di pubblica sicurezza». Amnesty International Italia sottolinea anche che la condotta delle forze di polizia è apparsa «distante dagli standard internazionali cui devono aderire e che prevedono, per le stesse forze di polizia, un ruolo di vigilanza e facilitazione delle assemblee pubbliche, in cui dialogo e tentativi di de-escalation delle tensioni sono basi fondamentali per la tutela, l'esercizio e il pieno godimento del diritto di assemblea e protesta pacifica». «Le immagini visionate che circolano in rete mostrano agenti di polizia che inseguono coi manganelli manifestanti in fuga, colpiscono persone che pacificamente sorreggono striscioni e, infine, limitano e bloccano il movimento di parte del corteo impedendo che la manifestazione possa svolgersi e concludersi».
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