Oltre l'indecenza. Il pastore evangelico Carolla tenta di paragona i gay ai terroristi


Il pastore evangelico Luigi Carollo appare davvero estenuante nella sua incessante persecuzione della popolazione gay. Se pur vero che l'estremista modenese ci ormai ci ha abituato a bassezze di ogni tipo, arrivando a suggerire ai genitori omofobi di adottare atteggiamenti che la statistica indica siano causa di numerosi suicidi, pare davvero difficile trovare parole per descrivere quanto paia osceno il suo tentativo odierno di paragonare i terroristi ai gay:



Se anche un bambino sa bene che il terrorismo viene spesso alimentato proprio dal fanatismo religioso e da quell'odio che lui rivendica in nome del generale Vannacci, vorremmo far notare al pastore che le sue posizioni sui diritti lgbt paiono molto più vicino a quelle Hamas che a quelle di Israele. E sinceramente paragonare due persone che si amano a chi uccide degli innocenti è un qualcosa che dovrebbe provocare orrore in chiunque abbai un minimo di cervello.

Qualora vi stesse chiedendo chi ha avuto il coraggio di mettere un cuoricino a quel messaggio, sappiate che è il pastore che si è espresso compiacimento da solo:



Ma dato dato che chi semina vento non potrà che raccogliere tempesta, quei seguaci che Carollo ha corrotto all'omofobia si lanciano nel sostenere che i gay sarebbero addirittura l'Anticristo. Il male sarebbe dunque rappresentato da chi si amano, non da quel Putin che in fondo a loro sta pure simpatico anche se manda i militari di leva stuprare bambine di tre anni.
Inoltre il fatto che i proseliti di Carollo si dicano convinti di essere i detentori della "verità" non è un buon segnale, dato che spesso è proprio chi si è proclamato detentore di una verità divina ad essere stato il responsabile dei peggiori crimini della storia.

Naturalmente, anche in questo caso, il cuoricino è stato elargito direttamente dal pastore:



Sinceramente non comprendiamo cone i freqntatori della Sabaoth Church non sentano la necessità di prendere le distanze dal loro pastore. Di certo non vorremmo essere al loro posto quando ne dovranno rendere conto a Dio.
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