Porro attacca la Littizzetto, sostenendo che la Meloni abbia diritto di essere incoerente


Considerando che Nicola Porro pensa che le offese di Max Del Papa possano far ridere qualcuno, pare evidente che abbia uno strano senso dell'umorismo. Ed è abbastanza noioso nel suo inveire contro chiunque ostacoli la supremazia della destra, soprattutto quando si tratta della "mamma cristiana" che avrebbe visionato i fuorionda del compagno un mese prima di darlo in pasto all'opinione pubblica alla vigilia della tornata elettorale. E dato che ovviamente non ama Luciana Littizzetto, scrive:



Il tema è la "famiglia tradizionale" su cui la signora Meloni ha basato gran parte delle sue campagne elettorali o la pesca anti-separati di Esselunga che che lei elogiò mentre si stava separando.
Ma forse, a far davvero infuriare Porro è il fatto che la seconda puntata di Che Tempo che Fa ha superato gli ascolti straordinari del debutto: 2,3 milioni di telespettatori e l'11,26% di share, rendendo Nove seconda rete nazionale. Un affronto ad un Salvini e una meloni che lo avevano cacciato dalla Rai.

Nell'articolo, Porro si lamenta che a Patrick Zaki non venga vietato di parlare. Evidentemente a parlare dev'essere solo quel Vannacci che Salvini vuole candidare alle europee, magari sostenendo che qualcuno volesse "censuralo" anche se era tutte le sere in televisione a ripetere le tesi aberranti del suo libro.

Non poteva certo mancare Luciana Littizzetto. La comica, nell’ultima puntata di Che tempo che fa, la stessa che ha ospitato lo “scongelato” Patrick Zaki, ha rivolto una lettera ironica a Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, in seguito all’annuncio della fine della relazione con il giornalista Andrea Giambruno.

Se sentire Porro che accusa qualcuno di "pochezza" pare surreale, l'articolo si lamenta di toni che sono molto più rispettosi di quelli di Max Del papa, ossia quel suo collaboratore che "asfalta" bambine e donne di colore al soldo delle destre. E così, scrive:

Dopo la prima parte di critiche e frecciate al conduttore di Diario del Giorno, Littizzetto si è poi concentrata sulla premier. “Cara Er Meloni, fu fidanzata Giambruno, Fratella d’Italia da sempre e single d’Italia da venerdì”, ha esordito Lucianina seduta, come da copione, sul bancone di casa Fazio. La lettera non fa ridere a crepapelle, né appare granché innovativa nelle battute. Ma tant’è: “Che tu sia furente col tuo compagno, che già la parola compagno non ti piaceva prima, figuriamoci adesso, lo immagino. Sarai incazzata nera, ma non nera estoril. Nera come ‘tengo la camisa nera‘. E ti capisco. Guarda. Hai fatto bene a mollarlo. Con Salvini non puoi farlo ma con lui si”.
E ancora: “Non eravate nemmeno una famiglia tradizionale e quindi vi risparmiate pure il divorzio – ha detto Lucianina – Basta un arrivederci amore ciao, insieme a te non ci sto più guardo le nuvole lassù”. La comica ha anche aggiunto che “è capitato a tutte, di innamorarsi di uno sciocco. E dico sciocco per non essere scortese. Tutte abbiamo avuto le fette di prosciutto sugli occhi. E con te è stato ancora più facile perché prosciutto e Meloni si sposano bene”. Infine, l’immancabile predica sulla “famiglia tradizionale”. Come se una separazione privata e personale, oltre che dolorosa, abbia a che vedere con le politiche portate avanti da Fratelli d’Italia: “Come vedi la triade santa, mamma papà e bambino è saltata ancora una volta. E non credo basterà una pesca a salvarla”. Sai che ridere.

Con buona pace per Porro, quando una signora vuole rendere difficoltoso il divorzio e vuole entrare nelle camere da letto degli italiani, pare doveroso guardare alla sua vita. Perché se lei usa diritti che vuole siano negati ad altri, diventa evidente un'ipocrisia intollerabile.
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