Porro torna ad attaccare i diritti lgbt, paragonando Papa Francesco a Elly Schlein


Nicola Porro pare molto arrabbiato col Papa che Salvini denigrava su suggerimento di Steve Bannon. L'accusa ricolta al pontefice dal giornalista pro-Salvini è quella di non essere omofobo quanto il predecessore, ossia l'uomo che modificò il Catechismo per inserire frasi che invitassero a non accettare le persone lgbt.



In un articolo a firma della redazione, si lamentano che il Papa non è razzista, non odia i migranti e non discrimina sulla base dell'orientamento sessuale. E così, sostengono che l'odiato pontefiche proporrebbe una "propaganda immigrazionista" perché cita i Vangeli e ostacola la retorica della Meloni contro i salvataggi in mare:

Era lo scorso febbraio, quando papa Francesco – in risposta alle critiche, soprattutto provenienti da destra, relativamente ad una sua propaganda immigrazionista – affermava di voler fare solo la “politica del Vangelo“. Un messaggio che, da una parte, sembra aver tentato di sfuggire dalle contestazioni; ma che dall’altra non pare aver spostato di un millimetro la propaganda progressista, che anche negli ultimi giorni il pontefice sta propinando.
Sì, perché al di fuori dell’allarme migratorio, che ha visto il Vaticano attaccare più volte le politiche dell’esecutivo Meloni, adesso è arrivato il momento dei diritti Lgbt. Al centro la questione delle benedizioni delle coppie omosessuali, che al momento è sul tavolo dei padri sinodali e nei pensieri di papa Francesco, il quale recentemente ha incontrato lo suora Jeannine Gramick, sostenitrice dell’aborto e della causa arcobaleno, ricevuta per quasi un’ora a Santa Marta martedì scorso.

Ribadito che loro ce l'hanno anche con l'aborto, anche se poi gli elettori di destra sino i primi ad abortire perché devono salvare la faccia, praticamente dicono che Porro vuole che si dica che chi non condivide i suoi pruriti sessuali sarebbe meno "cristiano" di lui. E dato che parrebbe ossessionato dal Pd, se ne esce con un surreale paragone tra Papa Francesco e la segretaria Elly Schlein:

Insomma, dopo la causa immigrazionista, ora papa Francesco sta cercando di scardinare quel tipico carattere conservatore che storicamente ha tratteggiato il Vaticano, e che guarda caso trovò il proprio apice durante il pontificato di Benedetto XVI. Dopo l’apertura delle porte del Vaticano (ma solo a parole, semplicemente a colpi di slogan e non fondata su azioni concrete), ora l’appoggio alla causa progressista riparte direttamente dai temi etici.
Ebbene sì, anche in Vaticano abbiamo una nuova Elly Schlein: la Santa Sede è ormai attraversata da una politica a forte trazione arcobaleno, fluida e politicamente corretta. Questa è la nuova Chiesa di Bergoglio: gli ultimi rimasugli del ‘mandato’ di Ratzinger sono destinati ad essere dimenticati definitivamente.

Passi la loro ossessione nel citare gli slogan di Trump cpntro il rispetto e la fratellanza, ma davvero Porro vorrebbe un Papa che predica odio, morte e invita a usare i Vangeli come se fossero carta igienica solo perché lui odia interi gruppi sociali su base etnica?
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