Porro schiuma contro il contrasto alla discriminazione delle persone trans nel Regno Unito


Nicola Porro pare amare alla follia ogni forma di discriminazione, che si tratti di incitare odio contro i migranti o contro le persone lgtb. E così, oggi si lamenta che in Inghilterra la discriminazione non venga tollerata come dalla sua amata Giorgia Meloni, ovviamente usando l'odio come strumento per promuovere una destra che tollera razzismo, omofobia e sessismo:



Nell'articolo, il suo Massimo Balsamo cerca di incitare i lettori ala discriminazione parlando di una «ennesima svolta cara alla nuova religione lgbt». E dato che a loro piace un sacco parlare al maschile delle donne trans con il fine di offenderle, piagnucolano:

Promettendo di inasprire le linee guida contro abusi e violenze nei confronti della comunità trans, la sinistra è pronta a trasformare ogni attacco relativo all’identità di genere in reato aggravato. Ma ciò non riguarda solo le aggressioni: anche il misgendering è punibile fino a due anni di reclusione.
L’idiozia di certe teorie è palpabile. È semplicemente irrazionale adottare pene detentive nei confronti di chi si rifiuta di utilizzare i pronomi preferiti di una persona transgender oppure nei confronti di chi sceglie di utilizzare il nome all’anagrafe della stessa persona trans.

Peccato che il reato di diffamazione ci impedisca di poter dire cosa pensiamo davvero del signor Massimo Balsamo. Ma se a noi tocca usare giri di parole per spiegare i motivi che ci portano nutrire una incondizionata disistima verso di lui, non si capisce perché lui strilli che vorrebbe poter diffamare gli altri senza subirne le conseguenze. E non è un'idiozia il sancire che chi offende vada punito al pari di come viene punito chi dovesse offendere lui.

A quel punto, è attribuendo alla terragni la rappresentanza dell'intero mondo femminile che tenta di sostenere che basta che l'odio sia condiviso per renderlo legittimo:

Migliaia di donne contestano il concetto di identità di genere e in particolare l’idea che l’identità di genere dovrebbe avere la priorità rispetto al sesso biologico. L’influenza della comunità Lgbt è lapalissiana in questa fase storica e il dibattito è più che delicato che mai. In soldoni: c’è il rischio che un’attivista possa essere accusata di reato aggravato soltanto per aver identificato – correttamente – una trans come un uomo alla nascita.

Correttamente un bel niente. È evidente che il fine sia quello di offender e pare davvero infantile che loro si inventino pretesti patetici per sostenere che quando Adinolfi parla di Luxuria al maschile non voglia offenderla.
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