Pillon se la prende con i migranti perché la Lega ha fatto entrare l'attentatore di Bruxelles


Sulla scia di Salvini, anche il leghista Simone Pillon si è messo ad urlare che l'attentatore di Bruxelles sarebbe entrato in Italia quando c'era Berlusconi al Governo e la Lega gestiva il ministero degli interni. Ma ovviamente lui non punta il diro contro Maroni, preferendo propinarci un populistico discorso sui documenti che dovrebbero dare imprecisate garanzie su chi li presenta.
Se è ovvio che un richiedente asilo non potrà avere documenti e se è noto che in alcuni stati africani manco esiste una vera anagrafe, altrettanto ovvio è che un pezzo di carta non servirebbe a nulla se non esiste una banca dati centralizzata che ne permetterebbe la verifica. Ma lui preferisce decidere che è sulla base di un atto compiuto da un singolo che dovremmo indistintamente odiare tutti i migranti e cacciarli. Alla faccia di quel Gesù che invitava all'accoglienza:



Ovviamente l'avvocato scimmiotta Salvini nel sostenere che se la Lega fa entrare in Italia i terroristi, Salvini avesse pieno diritto di violare la legge nei confronti di migranti estranei ai fatti. E sicuramente non pare lecito pensare che Salvini avrebbe "fatto rispettare la legge" se è a processo e rischia 15 anni di prigione, come falso è che qualcuno avrebbe "osannato" chicchessia.
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