Dragoni tenga giù le mani dal corpo di Giulia Cecchettin!


Dato che Fabio Dragoni si fa pubblicare i suoi libri anti-ecologisti dalla setta ciellina di Riccardo Cascioli, dovrebbe sapere che dare falsa testimonianza costituisce peccato. E non importa quanto sia verosimile che fosse divorato dal desiderio di diffamare i 500mila cittadini che hanno manifestato contro la violenza sulle donne.
Intenzionato a sostenere un Jacopo Coghe che definisce "atto terroristico" i cori davanti alla sede dell'organizzazione fondata da Roberto Fiore, ossia dal fascista che assaltò per davvero la sede della Cigl, Dragoni dichiara:



Una bottiglietta priva di innesco non sarebbe mai potuta esplodere, quindi non è chiaro perché il signor Dragoni menta e dica che non sarebbe esplosa "per piluto caso". Mon è caso: era impossibile che ciò accadesse. Sempre si voglia credere che una bottiglietta decorata con spago e sporca di cera possa essere ritenuta un "ordigno" che sarebbe stato portato nei locali chiusi da serrande mentre la polizia era presente.
E se è abbastanza fastidioso è anche il suo irridere il patriarcato (sic!), ad apparire davvero inaccettabile è il suo tentativo di stuprare il cadavere di Giulia Cecchettin per insultare le 500mila persone che sono scese in strada in difesa della vittima.
Se è a dir poco diffamatoria l'accusa di terrorismo da parte dai chi difende un'organizzazione fondata da chi fu coinvolto nell'inchiesta sula strade di Bologna, sconcertante è inaccettabile che il signor Dragoni voglia insultare chiunque abbia difeso le donne vittima di violenza sulla base di azioni lui sgradite compiute da una cinquantina di femministe.

Naturalmente Dragoni lavora anche per il solito Belpeitro, ossia quel tale che si spedì da solo dei proiettili per simulare false minacce.
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