Il fantomatico "ordigno esplosivo" denunciato da Coghe? Era bottiglietta usata probabilmente come porta candele


Per ore ha parlato di "attentato terroristico", di "bombe" e di un fantomatico "ordigno esplosivo" che dice sia stato messo da donne che sostiene siano entrate nella sua sede mentre la polizia era schierata a nostre spese davanti alle vetrine della sua organizzazione forzanovista.
Poi, ricevuto l'endorsement di Giorgia Meloni per la sua guerriglia ai diritti delle donne, dei malati e della comunità lgbt, Jacopo Coghe si è pure autoproclamato espressione della "stragrande maggioranza degli italiani" e ha deciso di affermare che lui ha deciso di auto-intestarsi il diritto di parlare a nome di chi non ha mai conferito quel

Peccato che se le immagini da lui pubblicate rendano molto poco credibile l'ipotesi che le manifestanti si siano avvicinate alla sua sede, la fotografia della presunta bomba parrebbe screditare ulteriormente la sua storiella, dato che lui stesso spiega che la bottiglietta ornamentale non avesse alcun innesco e che non avrebbe potuto funzionare manco per i botti di fine anno:



Ovviamente Coghe non perde tempo a insultare i democratici, quasi volesse chiarire il suo collocarsi dalla parte di chi vorrebbe un regime di estrema destra. Ma se inizialmente parlavo di "bombe" e poi hanno iniziato a parlare di "molotov", la foto di Coghe testimonia che anche quella definizione era falsa dato che l'oggetto da loro fotografato non è neppure lontanamente una molotov.
Non solo. Secondo Fanpage, la cera che si vede nello scatto parrebbe far pensare che quella bottiglietta sia stata usata come porta candela, dato che quella cera non ha motivo di essere lì.

Un Jacopo Coghe che cerca visibilità parlando di "attentato terroristico" davanti ad un portacandele che non ha mai spiegato in che modo sarebbe stato introdotto nella sua sede alla presenza della polizia che era davanti alle vetrine di cui lui parla, si commenta da sé e si commenta da sé il suo ricorrere al "Noi contro loro" che fu alla base dell'intera propaganda nazifascista pe reinventarsi che gli altri gli augurassero di farsi male, anche se poi è Giulia ad essere stata ammazzata e nessun della su organizzazione. E questo senza voler ricordare i ragazzi gay spinti ai suicidio mentre lui riempie le strade con manifesti omofobi che incitano alla discriminazione degli studenti.

Ricapitolando, i fatti ci dicono che era falso il suo dire fosse una bomba. Era falso il suo asserire fosse un molotov. Era falso il suo asserire che saremmo stati davanti ad un attentato terroristico. Era falso potesse essere ritenuta pericolosa una bottiglia priva di innesco e probabilmente è falso che sia stata messa lì dalle donne che lui accusano senza prove. In un mondo normale, probabilmente Coghe verrebbe indagato per procurato allarme.
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