Belpietro torna a dare spazio all'ininterrotto piagnisteo di Coghe


Se è pur vero che all'estrema destra piace fare vittimismo, sta diventando ormai abbastanza patetico il piagnisteo ininterrotto di un Jacopo Coghe che prima si lamenta perché gli hanno sporcato le serrane e poi si lamenta che gliele abbiano ripulite. E probabilmente solo il quotidiano in cui lavora la pregiudicata Silvana De Mari avrebbe potuto dar spazio alle sue incessanti polemiche:



Secondo il quotidiano di Maurizio Belpietro, per imprecisati "alcuni" il loro Jacopo Coghe sarebbe nientepopodimeno che "il campione di principi messi in pericolo dall'ideologia gender, dalla lobby Lgbt e dalle femministe". Insomma, un eroe che rappresentasse le lobby filo-russe contrarie ai diritti civili e che è antagonista delle donne, degna espressione di u n'organizzazione forzanovista in cui lavora il figlio di quel Roberto Fiore che guidò il vero assalto al sindacati.

Nell'intervista, Coghe sostiene che le perfide donne gli avrebbero oscurato le telecamere ma lui avrebbe immagini segrete a bassa risoluzione che potrebbero l'introduzione di quel candelabro mostrato nelle sue fotografie che lui sostiene fosse una "bomba" che lo avrebbe reso vittima di un fantomatico "attentato terroristico".
Ovviamente Coghe si lancia nel sostenere che quelle perfide femministe vogliano "insegnare si bambinI" il fantomatico gender, ovviamente omettendo di ipotizzare che coonestassero il suo chiedere leggi che impongano torture alle donne che vogliono abortire. Poi, sempre in tema si torture, sostiene di aver rappresentato l'Italia ai funerali di Indi Gregoory, ossia della povera bambina inglese che loro volevano sottrarre alle tutele dell'organamento inglese per assicurargli un'atroce e dolorosa agonia.
Al solito, Coghe non spiega su quale basi si arroghi il diritto di sostenere di essere rappresentante di una nazione in cui lui rappresenta un'ideologia minoritaria senza alcun ruolo istituzionale. Sostiene persino che Indi fosse "una cittadina italiana a tutti gli effetti", sostenendo che la Meloni abbia ogni diritto di imporre la cittadinanza a chi vuole per rivendicare chi le interessa.

Surreale è come dica che i malvagi medici inglesi l'avrebbero fatta morire soffocata, mentre i medici italiani le avrebbero proposto "un accompagnamento graduale che non significasse staccarle i macchinari". Ossia, l'avrebbero fatta soffrire più a lungo sino a quando non sarebbe morta soffocata, dato che l'eutanasia le avrebbe risparmiato dolore ma sappiamo bene che è proprio Coghe a la sua gente a battersi perché ai cittadini venga negato quel diritto.

Un po' preoccupante è il suo sostenere che tutti glia altri dovrebbero confrontarsi con loro, solo perché loro hanno deciso di mettersi di mezzo e pretendono di mettere becco su ogni tema. Peccato, però, che quando loro fanno i loro comizi omofobi e contro le donne si giardino bene dal confrontarsi con altri. Ad esempio, a Verona c'erano solo estremisti e preti russi che giustificavano la violenza sulle donne, ma nessuno che non fosse allineato al loro pensiero unico.
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